Il Tar apre uno spiraglio per lo svincolo

Il Tribunale ha imposto all’Amministrazione di esaminare il valore di una ‘rta’ di Lido di Savio. Poi potrà pronunciarsi anche favorevolmente

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Sembra aprirsi uno spiraglio per quanto riguarda l’eliminazione del vincolo di destinazione alberghiera per le ‘rta’ come Villa Marina. A fare sperare i proprietari, che sognano di avere la disponibilità degli appartamenti presenti in questa tipologia di strutture ricettive per tutto l’anno e non per un solo mese, è una recente sentenza del Tar di Bologna. Il Tribunale amministrativo, infatti, ha imposto al Comune di Ravenna di esaminare la questione alla luce del valore della struttura. Il caso specifico riguarda il Residence Moderno, ‘rta’ al civico 25 di via Cesena a Lido di Savio, che conta 33 alloggi e 27 posti auto, gestita attualmente dalla società cooperativa La Fenice. Quest’ultima in qualità di comproprietaria nonché gestore della ‘rta’, insieme a tre proprietari del Residence Moderno, ha presentato ricorso al Tar contro il Comune di Ravenna per annullare il provvedimento con cui l’ente ha negato la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera, come chiesto da La Fenice esattamente cinque anni fa.

La richiesta si fonda su una delibera comunale del 26 ottobre 1999, sulla base della quale "al fine di ottenere la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera deve essere dimostrata la non convenienza economica della gestione dell’azienda alberghiera". E la società La Fenice, nell’istruttoria con richiesta di svincolo del Residence Moderno, sostiene l’assenza "da diversi anni" della "convenienza economica nella gestione dell’azienda alberghiera". Istruttoria a seguito della quale il Comune ha adottato un provvedimento di diniego sulla base della legge regionale del 9 aprile 1990 che assegna ai Comuni la competenza in merito alla disciplina dei criteri e delle modalità per il conseguimento dello svincolo alberghiero e sulla base del Regolamento Urbanistico Edilizio (Rue) 2009 che prescrive che "sono strutture non dismettibili le rta con più di 20 alloggi classificate a 2 stelle e le strutture di rta classificate in categorie superiori". Al diniego del Comune è seguito un ricorso de La Fenice, datato 20 aprile 2018, perché il Comune non avrebbe applicato correttamente la legge regionale del 1990, "non avendo valutato e adeguatamente motivato l’assenza di convenienza economica della gestione alberghiera della rta, così come dedotta e documentata dalla società La Fenice nell’ambito del procedimento". Inoltre nel ricorso si fa riferimento al Rue 2009 in cui un articolo in particolare, "se applicato secondo l’interpretazione restrittiva datane dal Comune, verrebbe ad essere contrastante con la normativa primaria e costituzionale, sostanzialmente negando la possibilità di rimuovere del tutto il vincolo per le rta con più di 20 alloggi classificate a 2 stelle e le strutture di rta classificate in categorie superiori, anche qualora venga dimostrata l’assenza di convenienza economica della permanenza del vincolo". Infine, la norma del Rue 2009 si porrebbe in contrasto con la delibera comunale del 1990. Per questo La Fenice, con i tre proprietari, ha anche chiesto un risarcimento di 50mila euro per la perdita economica subita. Richiesta di risarcimento respinta dal Tar che però ha imposto al Comune di valutare se sia effettivamente cessata la convenienza economica nella gestione alberghiera del complesso immobiliare. A quel punto il Tar potrà pronunciarsi definitivamente sullo svincolo. Già così però uno spiraglio si è aperto, anche per la ‘rta’ Villa Marina.

m.m.