"Il teatro nel nome di Goldoni, medico del paese"

Il padre del commediografo esercitò a Bagnacavallo. Questa è una delle tante curiosità che sono emerse dalla visita guidata di ieri

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La visita guidata alla scoperta del teatro Goldoni è una delle proposte del Comune di Bagnacavallo riunite sotto il titolo ‘Benvenuti a Bagnacavallo – Lasciati condurre da chi la vive’, il progetto di promozione territoriale e turistica nato nell’ambito del percorso di partecipazione promosso dal Comune in collaborazione con l’associazione Spazi Indecisi di Forlì e cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna.

"Benvenuti a Bagnacavallo – spiegano i promotori – intende accogliere i visitatori e metterli in contatto con l’anima più autentica della città, per sua natura vocata a un turismo lento ed esperienziale". Tra le proposte, quella di visitare – e conoscere da tutti gli angoli e prospettive – il teatro Goldoni.

È la guida turistica Raffaella Dapporto ad accompagnare nelle visite, ma non può mancare lo storico custode e tecnico del teatro, Cesare Giorgi, con spiegazioni, ricordi e aneddoti. Nato per la lirica, il teatro costò la demolizione dei resti del palazzo Brandolini che risaliva al 1300 e occupava la piazza. Bagnacavallo aveva già un teatro, all’ingresso in città, struttura in legno contenuta nell’antico palazzo Abbondanza; quando fu considerato non più idoneo, i cittadini chiesero alla Legazione di Ferrara di poter costruire un nuovo teatro e si procedette al bando di gara con definizione dei parametri (doveva essere bello, identificabile e ben visibile, con spazio adeguato di arrivo alle carrozze), che vide approvato il progetto di Filippo Antolini. Allora il teatro aveva funzioni sociali e di classe; i palchi avevano retropalchi di servizio con tavoli, provviste, divani (erano ‘salotti’ trasferiti in teatro per fare vita di società) e la plebe saliva da ingresso laterale direttamente in loggione, senza mescolanze e contatti con i cittadini di rango più elevato.

Il teatro contiene ancora alcune macchine di scena, essendo lontani all’epoca i rumoristi e gli effetti speciali; e arredi originali rimasti nei palchi. Si chiamò Teatro nuovo o Teatro comunale fino all’intitolazione del 1907 a Carlo Goldoni, legato a Bagnacavallo perché figlio del medico condotto che aveva esercitato in paese e che vi è sepolto nella chiesa di San Girolamo. Interessanti le decorazioni, che con la raffigurazione di personaggi, simbologie e allegorie, evocano messaggi e significati legati al periodo storico. La visita guidata mostra angoli, sotterranei e punti rimasti originali, come il fondo del palcoscenico e il sottotetto con le travi e gli argani per sollevare il lampadario: insomma, tutto il fascino del gioiello che ha fatto da scenario a tanta vita sociale e mutamenti di costume tra le epoche, ma anche a scene memorabili di film: le immagini di Bagnacavallo ricorrono molto nel cinema.

‘Dietro le quinte, su il sipario’, visita guidata al teatro Goldoni, si svolge al mattino e al pomeriggio del sabato. Prossima visita sabato 24 luglio (con prenotazione al cell. 339.5472038).

Valeria Giordani