"Il teatro non uscirà dalle vite delle persone, è nel cuore dei faentini"

Ruggero Sintoni, direttore di Accademia Perduta, parla del Masini chiuso: "Per ora appuntamenti solo rinviati"

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Ruggero Sintoni fatica addirittura a rimettere piede nella platea del teatro Masini. "Niente da fare", replica pacato ma fermo il direttore di Accademia Perduta a chi gli chiede di poter vedere come appare un teatro chiuso al pubblico, che rumore fanno i passi sul parquet di una platea in cui si è da soli.

Per chi come lui è un uomo di cultura appare faticoso contestare decisioni prese sulla base di indicazioni arrivate dalle autorità sanitarie. L’accusa di negazionismo è sempre dietro l’angolo: un marchio a fuoco che non scompare. "Eppure i numeri ci dicono che teatri e cinema sono luoghi sicuri", precisa. "Nel periodo della riapertura, in Italia, è stato riscontrato un solo contagiato confermato. Ovunque viene misurata la temperatura, si rimane a distanza di sicurezza, si indossa la mascherina. Le sedie non utilizzabili sono bloccate, l’uscita da teatro avviene gradualmente".

È quello che è accaduto al Masini, dove dal 24 febbraio – giorno in cui per la prima volta chiusero teatri e cinema – il sipario si è alzato unicamente quattro volte, per due sole rappresentazioni nell’arco di quelli che diventeranno nove mesi. Gli spettacoli in programma fino al 24 novembre nei teatri di Accademia Perduta – tredici serate in tutto – non sono stati cancellati, ma per ora solo rinviati. "È una tela di Penelope", commenta sconsolato Sintoni, circondato dai collaboratori. "Ho accolto positivamente la notizia dei ristori, che giustamente saranno destinati agli artisti. Al pubblico però chi ci pensa?". Durante l’estate la piazza della Molinella si è riempita – nei limiti del possibile – per ciascuna rappresentazione.

"Un teatro come il Masini non può tuttavia permettersi a lungo di ospitare solo metà del pubblico". I problemi non hanno luogo solo in platea, ma anche sul palco: "Uno spettacolo come "maggio ‘43", di Davide Enia, vede sullo stesso palco pochi attori. "La classe" di Claudio Casadio è molto più complicato da portare in scena. Le lunghe teniture continueranno ad andare in tournée: ma questo lo si può fare a Roma. Chi potrà più permettersi di recitare in una città per una sola serata?".

Il timore è che un anno senza spettacoli possa portare il teatro a uscire dalle vite delle persone. "Per adesso quest’ipotesi non ha ancora preso corpo", specifica Sintoni. "Il Masini è un teatro di comunità, che è nel cuore dei faentini. L’ho capito una volta di più non appena la gente è potuta tornare a vedere uno spettacolo. Chi fa il mio mestiere sa "leggere" un applauso: in quei minuti abbiamo visto tutto il desiderio di riappropriarsi di qualcosa che le persone sentono come parte di sé". Fino a quando, però? "Più che mai è evidente quanto sia necessaria una legge sul teatro, che in Parlamento è ferma dal 2017. Mi rendo conto che sanità e lavoro siano le priorità dei legislatori, ma Camera e Senato hanno pur sempre delle commissioni Cultura deputate a occuparsi di ciò per cui esistono. I teatranti sono in emergenza da trent’anni: ora però si rischia davvero il collasso del settore".

f.d.