Ilenia Fabbri uccisa perché "voleva i diritti di moglie e lavoratrice"

Ecco le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo per Claudio Nanni ("che ha mentito su tutto") e il killer reo confesso Pierluigi Barbieri

Claudio Nanni, ex marito di Ilenia Fabbri, accusato di essere il mandante

Claudio Nanni, ex marito di Ilenia Fabbri, accusato di essere il mandante

Ravenna, 11 maggio 2022 - La vittima: "Fu uccisa perché voleva vedersi riconosciuti i propri diritti di moglie e di lavoratrice". Il marito mandante: "Ha dato risposte tutte prive di ragionevolezza, logica, verosimiglianza. Basterebbe anche solo il suo esame per ritenere la sua colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio". E il sicario reo confesso: "La dinamica dell’azione omicidiaria descritta dal suo autore collima perfettamente con quella desumibile dall’autopsia".

Attraverso 110 pagine a firma del presidente del tribunale Michele Leoni, la corte d’assise ha spiegato le ragioni del doppio ergastolo inflitto il 28 febbraio scorso per l’omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata nel suo appartamento di via Corbara a Faenza attorno alle 6 del 6 febbraio 2021. Imputati, il 55enne meccanico manfredo Claudio Nanni, marito della defunta difeso dall’avvocato Francesco Furnari e inquadrato dalle indagini della polizia coordinate dal pm Angela Scorza quale mandante dell’omicidio. E il 54enne Pierluigi Barbieri, alias Furia o lo Zingaro, nato a Cervia ma domiciliato a Rubiera, nel Reggiano, prima di finire in carcere, difeso dall’avvocato Marco Gramiacci e per sua triplice confessione esecutore materiale del delitto.

Secondo quanto ricostruito dalla procura, l’omicidio Fabbri era stato pianificato nel contesto degli attriti legati alla divisione del patrimonio coniugale. Barbieri aveva spiegato a più riprese di avere ricevuto mandato di uccidere la 46enne con la promessa di 20mila euro e un’auto usata. "Importanti sono i contatti fra Nanni e Barbieri - si legge nelle motivazioni - telefonici e non". In particolare vi sono alcuni messaggi, "cancellati ma recuperati" che più di altri disvelano il delitto: "Per la vendita della moto si deve assolutamente fare, è necessario farla fra l’1 e il 5".

Ma soprattutto viene indicata l’annotazione registrata sul telefonino di Nanni alla data del 10 ottobre 2020: " valigia, buco chiavi", materiale in effetti sequestrato nell’officina del 55enne assieme a due flaconi di acido. Una sequenza capace di racchiudere "l’originario disegno omicidiario come dettagliatamente riferito dal Barbieri". Ovvero il piano "prevedeva che egli si introducesse nell’abitazione di Ilenia Fabbri con le chiavi avute da Nanni, la strangolasse, ponesse il suo corpo minuto nel trolley, lo trasportasse nella buca già scavata" nei paraggi "in luogo impervio e nascosto dalla vegetazione, lo sfigurasse con l’acido per renderlo irriconoscibile e infine lo seppellisse".

In quanto al tentativo di Nanni di sostenere di avere "incaricato Barbieri solo di spaventare la moglie per farla desistere dalla causa di lavoro" da 500mila euro per le mansioni svolte nell’impresa di famiglia (una officina) e per la cessione di una gelateria, è stata definita "sconclusionato, a riprova della assoluta e ineluttabile inattendibilità" dell’imputato il quale in aula si era lasciato andare a una "ipotesi grottesca peggiore del silenzio: la valigia poteva essere lo strumento attraverso il quale Ilenia avrebbe capito a che cosa era diretta l’intimidazione".

Risposte le sue cadute in "continui paradossi, contraddizioni, assurdità, nonsens". Barbieri invece aveva fornito particolari, compresi due precedenti tentativi falliti, riscontrati dalle indagini. Lo stesso vale per dettagli sulla vita di Ilenia che "poteva avergli detti solo il Nanni".