Scomparsa, continuano le ricerche

Nessuna notizia della 16enne scomparsa dopo la lite per il telefonino. "Mobilitato tutto il paese"

Da quel litigio scaturito dal rifiuto di mostrare alla madre il telefonino con il quale stava ‘messaggiando’, sono già trascorsi cinque interminabili giorni, ma della 16enne originaria della Moldavia e residente (con la madre, il compagno di quest’ultima ed un fratello più piccolo) in via Murri ad Alfonsine, continuano purtroppo a non esserci tracce. La giovane si è allontanata da casa nella tarda serata di giovedì. Dopo la denuncia, sporta la mattina successiva dalla madre Ludimila ai carabinieri della stazione locale, a mobilitarsi – oltre naturalmente alle forze dell’ordine – è stata stata in pratica unintera cittadina. Le speranze di avere sue notizie e di vederla riabbracciare la mamma ed il fratellino di 10 anni, sono riposte anche sui quotidiani, sui vari portali internet locali e sui social.

In pochi giorni l’accorato appello lanciato dalla madre ha registrato migliaia di condivisioni, sia sui profili Facebook di singole persone che su quelli di gruppi sparsi ormai in diverse parti d’ Italia. Tra coloro che si sono attivati per primi e che si stanno maggiormente prodigando per venire a capo di una vicenda che appare sempre più avvolta nel mistero, c’è Rocco Giuliana, professore che, oltre ad essere amico della famiglia, risiede proprio di fronte alla loro abitazione. "In effetti – spiega – dopo la denuncia che la madre ha sporto ai Carabinieri, ho postato su vari gruppi Facebook l’appello della madre, non prima di aver ricevuto dalla stessa l’autorizzazione. Per cercare poi di far dare ancor più visibilità alla vicenda, ho pure scritto al sindaco di Ravenna De Pascale, al presidente della Regione Bonaccini, a ‘Striscia la Notizia’ a ed altri ancora".

Rocco Giuliana racconta poi di aver parlato in questi giorni sia con alcuni compagni di classe sia con altri giovani più o meno coetanei della 16enne: "Purtroppo non è emerso nulla, anche se si sono resi molto disponibili per un aiuto reciproco". Abbiamo infine chiesto al professore che idea si sia fatto di questa vicenda: "All’inizio sinceramente ho ritenuto che potesse essere rimasta qui ad Alfonsine, perché no a casa di una famiglia che, non avendo compreso la gravità della situazione, l’avesse ospitata non rendendosi conto dei ‘danni’ che stava provocando. L’unica cosa per così dire ‘positiva’ di questa dolorosa vicenda riguarda i sentimenti di affetto e di vicinanza mostrati da tantissime persone, in particolare mamme, nei confronti di Ludmila e del figlioletto. Senza dimenticare la ragazza del posto che si è resa disponibile ad occuparsi del fratellino".

Luigi Scardovi