ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Immigrazione e truffe. Due maxi-condanne e tre assoluzioni

Inflitti 8 anni e 11 mesi con 666 mila euro di multa a Lia Apostoli Monti. Per la figlia 6 anni di carcere e 450 mila euro di multa. Il caso era partito nel 2019 dalla denuncia di uno straniero con la nipote.

L’agenzia interinale nella quale la famiglia gestiva il business del clandestini

L’agenzia interinale nella quale la famiglia gestiva il business del clandestini

Le verifiche degli inquirenti erano partite nel novembre del 2019 quando davanti ai carabinieri, si erano presentati uno straniero con la nipote per sporgere querela: i due ritenevano di essere stati truffati dall’agenzia a cui si erano rivolti per fare giungere dal Marocco alcuni parenti. Nel tardo pomeriggio di ieri il collegio penale presieduto dal giudice Antonella Guidomei, ha inflitto due condanne e ha assolto il resto delle cinque persone imputate a vario titolo di truffa in concorso e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tre di queste, a suo tempo, finite ai domiciliari: oggi sono libere.

Tra queste, figurano anche le due imputate per le quali è stata pronunciata sentenza di condanna: 8 anni e 11 mesi di reclusione e 666 mila euro di multa per la 64enne Lia Apostoli Monti. E 6 anni di reclusione e 450 mila euro di multa per la figlia 32enne Maria Antonietta Apostoli Monti (il totale delle multe è stato calcolato dai tre giudici tenendo conto dei 23 extracomunitari coinvolti). Il 76enne Marcello Frassineti, all’epoca finito ai domiciliari e, come le due donne, difeso dall’avvocato Massimiliano Baietta, è stato assolto "perché il fatto non costituisce reato". Inoltre sono stati trasmessi gli atti in procura per chiedere di valutare la eventuale circonvenzione di incapace a carico delle due condannate.

Gli altri due per i quali è stata pronunciata assoluzione, sono un 35enne di origine catanese e un 30enne di origine somala, entrambi "per non avere commesso il fatto": per loro, l’avvocato Martin Benini aveva sostenuto che non avevano percepito alcun ingiusto profitto. Un sesto imputato infine (un 37enne pachistano difeso dall’avvocato Federica Montanari), aveva già a suo tempo scelto un rito alterativo. A un cittadino di origine algerina costituitosi parte civile con l’avvocato Andrea Maestri secondo la cui arringa "decine di persone bisognose di assistenza e competenza" erano state "intrappolate in una rete truffaldina", sono stati riconosciuti 7.000 euro di risarcimenti e 4.000 di spese legali. L’uomo era giunto a indebitarsi chiedendo soldi dalla Francia. Netto il commento a caldo dell’avvocato Maestri: "Giustizia è fatta per uno dei reati più odiosi perché agito in danno di persone inermi e indifese come i cittadini stranieri che aspirano ad avere un regolare permesso di soggiorno in Italia dopo essere spesso fuggiti da guerre e povertà estrema". In requisitoria era stato altrettanto duro anche il pm: "Ripugna il fatto che le vittime non fossero benestanti, che abbiano racimolato tutto facendosi persino spedire soldi da Stati disastrati: reato odioso".

Per la difesa, le Monti a volte avevano delegato le attività e altre volte in effetti per la loro ditta avevano avuto bisogno di traduttori e di badanti avendo le carte in regola per inoltrare domande in tal senso. Come dire che la loro attività a loro avviso era del tutto legittima senza alcun intento fraudolento. Scontato insomma il ricorso in appello non appena verranno depositate le motivazioni. "Esprimiamo la nostra ferma contrarietà a quanto deciso", commenta l’avvocato Massimiliano Baietta, che parla di "condanna eccessiva delle imputate". E aggiunge: "Riteniamo la sentenza assolutamente ingiusta. Attendiamo ora di conoscere le motivazioni che hanno condotto il Tribunale a infliggere la pena pronunciata oggi. Tali motivazioni saranno depositate entro novanta giorni. All’esito della loro lettura, proporremo un’impugnazione, confidando che nei successivi gradi di giudizio venga riconosciuta l’infondatezza delle accuse".