"In campo per sconfiggere un sistema"

Filippo Donati corre per Lega, Fratelli d’Italia, Viva Ravenna. "Il ballottaggio? I rapporti sono buoni tra tutti i componenti del centrodestra"

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Filippo Donati, 60 anni, albergatore, è il candidato di Lega, Fratelli d’Italia, Viva Ravenna.

Donti, la sua candidatura ha determinato effetti importanti nell’area di centrodestra. Quando le hanno chiesto di impegnarsi direttamente nella corsa a sindaco cos’ha pensato?

"La prima volta che mi hanno parlato dell’ipotesi di candidatura l’ho vissuta in maniera molto leggera, perché pensavo fosse più un sondaggio, tipo ‘vediamo cosa dice’, che non effettivamente una convinzione nel dire ‘prendi seriamente in considerazione il fatto di essere candidato sindaco del centrodestra e quindi il più accreditato per portare il centrosinistra al ballottaggio".

Quanto tempo ha meditato prima di dare una risposta?

"Sette giorni e li ho utilizzati appieno perché prima dovevo sentire la mia famiglia, i miei collaboratori sul lavoro, la mia associazione di categoria, me stesso e se avevo la giusta motivazione interna".

Come risponde a chi le rimprovera di non essere proprio vergine alla politica?

"Rispondo che ha ragione, perché io negli anni Novanta, e credo che non ci sia nulla da nascondere, sono stato nella Lega candidato alla Camera dei deputati, mentre provenivo da un percorso di politica locale dove ero stato molto votato in Circoscrizione al punto di diventare vice presidente di quella del centro, con 500 consensi".

Un giudizio sulla posizione presa da Alberto Ancarani di Forza Italia, che si è candidato da solo?

"L’opposizione di Ancarani, nei miei confronti, non essendo io un politico, all’inizio mi è dispiaciuta soprattutto per le parole che sono state utilizzate. Poi ho cominciato a pensare che Ancarani non avesse che questa strada, da politico qual è".

Ipotesi ballottaggio, come vede i rapporti trai candidati dell’area di centrodestra?

"I rapporti sono buoni, a differenza della precedente tornata non ci sono stati attacchi tra componenti del centrodestra, se non per l’episodio di Ancarani. Di fatto siamo quattro candidati in campo per sconfiggere un sistema che si è dimenticato di governare la città perché si è abituato a governare il potere".

Parliamo di programmi, partendo dai temi economici.

"Da affrontare subito c’è il funzionamento della macchina comunale, che vede molte volte il non utilizzo adeguato delle grandi professionalità che ci sono. Sono 20 anni che si parla di approfondimento dei fondali e, guarda caso, a una settimana dal voto si posa la prima pietra, ma vediamo cosa accadrà dopo. Sono anni che aspettiamo le piste ciclabili. Ma ci sono 999 firme sotto una petizione per la realizzazione del Bike Park e poco prima di andare al voto si investe 1 milione di euro per 999 firme, quasi mille euro a firma. Non è una mossa che mostra lungimiranza. Il turismo non vede scelte strategiche da 5 anni".

Servizi, le vostre proposte. "Trasporti pubblici: c’è molto da rivedere. Abbiamo segnalazioni da Fosso Ghiaia, da Camerlona e Castiglione di Ravenna. Manca un collegamento veloce dentro la città con navette elettriche. Abbiamo pensato alla Linea U che collegherebbe i monumenti dell’Unesco fermando anche ai parcheggi scambiatori più importanti. Dico solo che abbiamo un progetto per collegare Ravenna a Forlì che rivelerò a 24 ore dal voto, un altro per i lidi più frequentati: Lido Adriano-Punta Marina-Marina di Ravenna e un ultimo piano per i 9 lidi. Ancora qualche giorno e li presenterò. In 5 anni vorrei recuperare il tempo perso dal centrosinistra con interventi concreti".

Parliamo di sanità.

"Davanti alla pandemia il sistema sanitario ha retto ma grazie alle qualità umane e professionali del personale sanitario. Ora, però, so di dipendenti dell’ospedale che cercano occupazione altrove. Stanno pensando a un nuovo pronto soccorso, ma i medici mi dicono che non sono stati ascoltati. Altro tema da affrontare è quella della medicina sul territorio. Le case della salute devono andare di pari passo con la riorganizzazione dei medici di base, alleggerire l’ospedale e responsabilizzare i medici di famiglia".

Lorenzo Tazzari