"In centro è come al parco: nessun pericolo"

A Faenza bimbo di nascosto dalla madre con la bomboletta aveva imbrattato i muri del vicinato, il pm chiede l’archiviazione del caso

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In età da seconda elementare tutto solo in giro per il centro di Faenza a imbrattare muri con una bomboletta spray. Una storia che a inizio anno aveva fatto tanto parlare nella città manfreda. E per la quale ora la procura ha chiesto l’archiviazione. Naturalmente non per il bimbo il quale, data l’età, non è nemmeno lontanamente imputabile. Ma per la madre, accusata di abbandono di minore. Tuttavia il centro di Faenza - ha in sintesi rilevato il pm titolare Angela Scorza - è un luogo sicuro, un po’ come se il bambino si fosse trovato un parco pubblico: come dire che l’incolumità del minore, presupposto del reato contestato, non è mai stata messa in pericolo.

La vicenda si era manifestata il 2 gennaio scorso quando il bambino era stato notato da un testimone mentre, armato di bomboletta, imbrattava di gran lena muri di edifici pubblici e privati con scritte e soprattutto con disegni non propriamente infantili. Il testimone lo aveva anche fotografato e poi ne aveva segnalato alla polizia locale la presenza in zona pista di pattinaggio. Agli agenti il bambino non aveva detto né il nome preciso né dove abitasse: grazie a un’altra persona, si era però riusciti a risalire al suo domicilio. La madre, ascoltata poco dopo, aveva detto che la bomboletta era sua e che la teneva in casa per alcuni lavori di bricolage. Un paio di mesi dopo alla donna era stato notificato un avviso di conclusione indagine per abbandono di minori, reato che in caso di condanna prevede la reclusione da sei mesi a cinque anni.

A quel punto il legale della donna, l’avvocato Matteo Olivieri, aveva presentato una memoria difensiva nella quale aveva precisato che il bambino quel giorno, con la bomboletta presa di nascosto dalla mamma, si era allontanato assieme ad alcuni amichetti. In quanto alla madre, dopo avere appreso dell’azione del figlio, si era fatto carico di andare personalmente - assieme al bambino - a spazzolare i muri imbrattati per provare a ripulirli. E comunque da quell’episodio, i servizi sociali avevano iniziato a seguirla nell’ambito di un percorso pensato nell’interesse del figlio. Dal punto di vista tecnico, il difensore aveva escluso che il minore si fosse mai trovato in pericolo in quanto, come accade per gli altri bambini del centro storico, si era limitato a camminare per la sicura zona pedonale. Il tutto ad avviso del legale poteva insomma essere sintetizzato come la bravata di un piccolo monello e non come un pericolo corso dal medesimo. Certo: la madre potrebbe ora trovarsi a rispondere di eventuali conseguenze civili o amministrative per i danni provocati da quella bomboletta spray: ma nulla che abbia rilevanza penale. Insomma: bighellonare nel centro storico pedonale di Faenza, per un minore non può essere considerata situazione di pericolo con conseguente richiesta di archiviazione perché il fatto non sussiste o non è previsto dalle legge come reato. Scenario ora delineato anche dalla procura.

In definitiva se Lucio Dalla invece che in Emilia fosse nato in Roma, avrebbe cantato che è nel centro di Faenza che non si perde neanche un bambino.

Andrea Colombari