In retro sulla Reale: camionista a giudizio

Vettura si schiantò contro il mezzo in manovra. Per il verbale però andava forte, non aveva le cinture e aveva bevuto

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C’era ancora tanto tempo prima della consegna del carico. E allora si era infilato con l’autotreno in retro su quella carraia dove schiacciare un pisolino prima che l’azienda aprisse i battenti. Strada deserta e visibilità buona. Ma all’ultimo momento una vettura si era schiantata sull’asse del rimorchio: niente da fare per l’automobilista, un 50enne della zona, che era morto poco dopo sull’ambulanza del 118.

Per quanto accaduto a inizio febbraio dell’anno scorso sulla Reale nei pressi di Camerlona, ieri mattina il gup Corrado Schiaretti, come chiesto dal pm Silvia Ziniti, ha rinviato a giudizio per omicidio stradale un camionista 55enne di origine siciliana dipendente di una ditta del Milanese e difeso dall’avvocato Giovanni Bosco (ieri sostituito dal collega Luca De Tollis). Gli eredi del defunto - tutelati dall’avvocato Carlo Benini - ha ritirato la propria costituzione di parte civile dopo il via libera del risarcimento (pari al 70%) da parte dell’assicurazione competente.

La difesa tuttavia è probabilmente pronta a dare battaglia in dibattimento. Tanto che già davanti al gup ha chiesto il non luogo a procedere depositando la sentenza con la quale il giudice di pace (gdp) aveva annullato il provvedimento di ritiro della patente scattato in seguito alla contestata pericolosità della manovra. Ma ci sono altre circostanze che rendono la dinamica di questo incidente mortale peculiare: i carabinieri intervenuti sul posto, avevano dedotto dalla rottura dei bulloni di aggancio del rimorchio, che l’automobilista viaggiasse a una velocità superiore ai 90 orari. Inoltre il conducente, sempre secondo il verbale, on indossava la cintura di sicurezza. E, da ultimo, guidava con un tasso alcolemico di 1.60, cioè oltre tre volte il limite fissato dal codice della strada (0.50) per mettersi al volante.

Lo schianto, sempre secondo il verbale, si era verificato attorno alle 2. Il camionista, diretto a una ditta di frutta, aveva individuato una carraia adiacente utile a parcheggiare il mezzo pesante: ma per timore di non riuscire più ad uscire, si era infilato in retro valutando che la visibilità fosse buona e che a quell’ora il traffico fosse praticamente nullo. Quasi al termine della manovra, era tuttavia giunta l’auto incastrandosi letteralmente sotto all’autotreno. Il bilancio avrebbe potuto essere anche più grave dato che l’urto era stato così forte da fare esplodere il serbatoio del mezzo pesante: 700 litri circa di gasolio si erano allora riversati sulla statale e sui campi adiacenti.

a.col.