"In tempi di Covid ancora classi pollaio da 27 alunni"

Protestano i genitori degli studenti che frequenteranno la prima media all’IC3 "All’IC2 attivate cinque sezioni da 21 ragazzi: il sindaco ci spieghi la differenza"

Migration

Il sindaco Massimo Medri e l’assessore alla Cultura, Cesare Zavatta, sono finiti sotto accusa per non aver fatto rispettare il Patto sulla scuola. I genitori dei ragazzi che a settembre frequenteranno la prima media all’Istituto comprensivo Cervia 3 lamentano la formazione di ’classi pollaio’ in una fase così delicata per la crescita e per la formazione scolastica dei loro figli. Sono 80 gli iscritti che saranno suddivisi in tre prime classi, ossia 27 alunni per ogni sezione, perché non è stata concessa la formazione della quarta classe, come richiesto dal dirigente scolastico Paolo Taroni. In una nota stampa i genitori hanno espresso la loro amarezza per la disparità di condizioni rispetto all’IC2, che convive nello stesso edificio scolastico e che suddividerà i suoi 105 iscritti in cinque classi da 21 ragazzi.

Secondo Maria Rosa Mazzolani, portavoce dei genitori, in questo modo "non sarà tutelato il benessere psicofisico dei ragazzi e non potranno essere garantite pari condizioni di apprendimento. La conduzione dell’attività didattica e il rapporto educativo docentealunno saranno fortemente penalizzati. Inoltre, ci saranno da rispettare i distanziamenti dettati dalle misure anti-Covid. Classi così numerose non entreranno nelle aule dell’immobile e l’amministrazione dovrà impegnarsi, come ha fatto l’anno scorso, ad allocarle in ambienti adatti e sufficientemente spaziosi".

I genitori si rifanno al Patto territoriale, firmato dal sindaco Medri e dall’assessore Zavatta con l’obiettivo di trasferire iscritti da un istituto all’altro in caso di squilibri tra le varie classi. Un accordo per porre fine alle disparità, salvare i posti di lavoro in pericolo e ridistribuire equamente i 185 iscritti nelle otto classi. I genitori chiedono quindi "di trasferire una decina di ragazzi all’IC3 in modo da formare quattro prime classi per ogni istituto, come indicato espressamente proprio dal Patto Territoriale". Distribuire gli alunni su quattro classi consentirebbe poi di andare incontro alle famiglie che, in sede di iscrizione, avevano scelto il modulo scolastico più confacente alle loro esigenze lavorative, distribuito su cinque o sei giorni settimanali, impossibile da attuare in tre classi.

"L’anno scorso – si legge nella nota – il Patto è stato fatto rispettare con il trasferimento di alunni nel senso opposto. È con sconcerto, amarezza e rabbia che noi genitori apprendiamo di questa disparità di trattamento per i nostri figli che hanno concluso il ciclo della primaria con due anni in parziale Dad e che avevano il sacrosanto diritto di svolgere il triennio delle medie nel miglior modo possibile, in modo da acquisire gli strumenti e le competenze necessari per le loro scelte future".

A quanto pare, inoltre, alcune famiglie avrebbero chiesto il trasferimento all’IC3, ma il nulla osta sarebbe stato negato dal dirigente Frassineti.

Rosa Barbieri