Incidente Faenza, danni al seno rifatto. "Risarcitemi"

La protesi si è spostata dopo un violento tamponamento. Ora la donna chiede 60mila euro

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Faenza (Ravenna), 17 gennaio 2020 - Un tamponamento di una certa violenza quello che a metà dicembre 2017 alle porte del centro di Faenza aveva visto coinvolte tre vetture. Ma la singolarità del caso entrato ieri mattina nel vivo davanti al giudice civile Letizia De Maria con l’ammissione dei mezzi istruttori, sta nella ragione della richiesta risarcitoria. La signora ultracinquantenne che si trovava al volante della prima auto, a causa dell’urto aveva cioè lamentato lo spostamento di un seno.

Alla lettera: tanto che alla visita specialistica, le avevano diagnosticato una asimmetria mammaria legata alla dislocazione di una delle protesti che tempo addietro la donna si era fatta impiantare per ragioni estetiche. Uguale a richiesta danni – patrimoniali e non – quantificata in poco più di 58 mila euro a carico dell’assicurazione del mezzo che aveva presumibilmente innescato la carambola. La compagnia in questione da parte sua, non riconoscendo il nesso causale tra tamponamento e problema al seno, aveva risposto picche alla richiesta formulata dall’automobilista attraverso l’avvocato Veronica Valeriani. Ed ecco la ragione della citazione dell’assicurazione. A decidere se in effetti – e nel caso in quale misura – il tamponamento avesse indotto la sgradevole conseguenza, sarà il medico legale Patrizia Saiani incaricato ieri mattina dal giudice. Nel frattempo non potremmo fare altro che ricapitolare i contorni della vicenda, a partire dallo schianto. L’utilitaria della signora era stata centrata da una berlina che a sua volta era stata urtata da un furgoncino, mezzo quest’ultimo che aveva dunque innescato il tamponamento a catena. Il giorno dopo la donna, a causa di un persistente dolore al collo, si era presentata al pronto soccorso faentino dove le era stato diagnosticato un trauma cervicale . Uguale a prognosi iniziale di 10 giorni. Ma a fine mese, a causa del persistere del dolore, la signora si era rivolta a un proprio medico il quale aveva allungato la prognosi consigliandole una visita specialistica. Ed è in quella occasione – siamo ai primi di gennaio del 2018 – che le era stata riscontrata una asimmetria del seno. Il giorno dopo, nuovo accesso in pronto soccorso con conferma della asimmetria e richiesta per un esame specifico: una risonanza magnetica con la quale sondare lo stato delle protesi. È proprio in seguito a tale esame che alla signora era stata diagnosticata una rottura intracapsulare della protesi . Ancora più drastico il responso dello specialista consultato a fine febbraio e secondo il quale, dalle foto della donna prima e dopo l’incidente, era possibile rilevare come la forma del seno si fosse modificata con conseguente alterazione del profilo: un problema impossibile da camuffare con qualsiasi indumento , si legge nel certificato. Solo un rimedio: una nuova operazione. Il tutto, secondo l’atto di citazione, con notevole danno fisico ed estetico associato a un danno biologico permanente quantificato dal medico legale di parte Giuseppe Fortuni nel 15%. Da qui la richiesta danni che già conosciamo.