
Atto dovuto in ragione dell’autopsia disposta dal pm per l’infortunio mortale del bracciante Astrit Elezi
C’è un indagato per omicidio colposo in merito all’infortunio costato la vita il pomeriggio del 3 giugno scorso, un martedì, in un terreno agricolo in località Casanola ad Astrit Elezi, bracciante 38enne di origine albanese ma residente con la famiglia a Castel Bolognese. Si tratta del datore di lavoro: un atto dovuto in ragione dell’autopsia disposta dal pm titolare del fascicolo Stefano Stargiotti.
Gli accertamenti della procura punteranno anche a capire la funzionalità della macchina agricola rivelatasi mortale per il 38enne: se originale o modificata in qualche suo componente. Dovranno anche stabilire come le forche di sollevamento del muletto in questione, possano avere schiacciato l’uomo: l’ipotesi al momento più plausibile appare quella legata a un urto accidentale contro la leva di azionamento forse inavvertitamente toccata dal defunto mentre era giù dal mezzo.
A dare l’allarme, erano stati i familiari del 38enne visto che l’uomo non rispondeva da un po’ di tempo al telefono. Quindi il titolare dell’azienda agricola con sede a Imola e alcuni colleghi si erano recati sul posto dove - siamo su via Viazza - erano giunti anche gli operatori del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri della Stazione di Solarolo e gli ispettori della Medicina del Lavoro dell’Ausl Romagna. Sono loro che stanno raccogliendo gli elementi da mettere a disposizione della procura per capire cosa esattamente sia accaduto visto che non ci sono stati testimoni oculari.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo, regolarmente alle dipendenze dell’azienda agricola, si trovava da solo su quel muletto agricolo in un piazzale di fronte a un vecchio magazzino quando era rimasto schiacciato tra il montante delle forche idrauliche di sollevamento e la parte superiore della cabina. Il mezzo - all’apparenza datato - era stato subito sequestrato su disposizione del pm: misura necessaria proprio per verificare il funzionamento, le caratteristiche tecniche e i sistemi di protezione del mezzo. Oggetto degli accertamenti sarà soprattutto l’azionamento del sollevatore: la causa del decesso appare infatti legata allo schiacciamento della cassa toracica.
Per effettuare tutti gli accertamenti tecnici del caso, il pm in prima battuta aveva aperto un fascicolo contro ignoti; il nome del datore di lavoro è stato iscritto poco dopo. Il dolore per la scomparsa di Astrit Elezi, aveva immediatamente coinvolto l’intera famiglia e tutti i suoi conoscenti. Il 38enne risiedeva da tempo a Castel Bolognese; per un periodo era tornato in Albania, e, in seguito, aveva ottenuto il ricongiungimento del proprio nucleo familiare (la moglie e i figli di 9 e 12 anni). Per la sua morte sul lavoro, c’erano state numerose manifestazioni di cordoglio nei confronti della famiglia.
Il fratello al telefono aveva spiegato: "Siamo molto scossi. Era un gran lavoratore e faceva anche lavori pesanti, solo per mantenere la sua famiglia. Già da stamattina tante persone sono venute a rendergli omaggio, anche chi aveva lavorato con lui per pochi giorni. Ci risulta che fosse stato mandato a spostare dei pali da un piazzale. Speriamo solo che non abbia sofferto. Abbiamo fiducia nella magistratura e vorremmo solo che fosse accertata la verità. Non si può morire così".