Infermieri, protesta di fuoco. L’Ausl rinvia l’incontro, in 200 davanti alla sede

Non si placa la rabbia contro la ’pronta disponibilità’ chiesta dall’azienda ma rigettata dai sindacati: "Da ’eroi contro la pandemia’ al benservito. Ma noi non ci stiamo" .

Infermieri, protesta di fuoco. L’Ausl rinvia l’incontro, in 200 davanti alla sede
Infermieri, protesta di fuoco. L’Ausl rinvia l’incontro, in 200 davanti alla sede

Duecento infermieri sono scesi di nuovo in piazza di fronte alla sede dell’Ausl Romagna, nello slargo di via De Gasperi. Erano ancora più numerosi della prima volta i dipendenti degli ospedali e dei presidi sanitari delle tre province: alla manifestazione promessa dal Nursing Up si sono unite infatti Nursind, Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl. I toni erano quelli – dopo il rinvio del confronto con la dirigenza per discutere l’implementazione della pronta disponibilità per gli infermieri – di chi non intende arrendersi, a costo di valutare lo stato di mobilitazione ed eventualmente anche lo sciopero.

"Anno dopo anno i segnali sono sempre più chiari – attaccano i sindacati – la sanità pubblica è sempre più debole e a pagarne le conseguenze sono i professionisti del settore, chiamati a farsi carico dei continui tagli che inevitabilmente ricadono anche sulle prestazioni rese al cittadino. Reduci da tre anni di pandemia al grido di ‘mai più’ e ‘salviamo i nostri eroi’, ecco il ben servito: per far fronte alle assenze improvvise, piuttosto che integrare gli organici, si pensa di caricare il personale dipendente di ulteriore disagio e ulteriore lavoro, attraverso l’instaurazione delle pronte disponibilità. Diciamo ancora una volta no alla decisione unilaterale dell’azienda di introdurre turni di pronta disponibilità per far fronte alle assenze improvvise. L’intenzione rappresenta solo la punta di un enorme iceberg nascosto. Non è possibile infatti chiedere sempre ai ‘soliti noti’ di coprire le carenze di organico mettendo la propria vita in subordine alle esigenze organizzative del datore di lavoro. Il risultato è una stanchezza cronica, una sfiducia totale nel sistema, e una effettiva impossibilità di operare al meglio delle proprie possibilità come invece i professionisti richiedono a gran voce. Chiediamo quindi alla direzione generale dell’Ausl l’attuazione di veri interventi risolutivi – concludono i sindacati – come l’adeguamento degli organici, la giusta valorizzazione economica di tutti i dipendenti, e soprattutto la garanzia di un adeguato recupero psicofisico e una maggiore conciliazione dei tempi di vita-lavoro".

A fianco degli infermieri è scesa in piazza anche parte della politica. "Gli eroi della sanità vanno sostenuti – commentano i consiglieri comunali Daniele Perini, della Lista De Pascale, e Giancarlo Schiano, del Movimento 5 Stelle –. Chiederemo un consiglio comunale straordinario sulla sanità. La necessità di un confronto nelle aule della politica è fondamentale per analizzare la direzione che l’Ausl Romagna prenderà nel futuro, in relazione ai recenti tagli dei fondi nazionali. La politica non può chiamare gli infermieri eroi secondo le proprie convenienze, bisogna sostenere il sistema sanitario pubblico".

Filippo Donati