Inferno in A14, la madre del giovane al volante: “Mio figlio è disperato”

Il racconto: “Mi ha chiamato dopo lo schianto, non riesce a darci pace”

Umberto Maria Evangelista, 21 anni

Umberto Maria Evangelista, 21 anni

Cotignola (Ravenna), 18 agosto 2015 - «Mio figlio non riesce a darsi pace. Piange e si dispera per avere provocato quel terribile incidente che è costato la vita a un padre e al figlio e chiede in continuazione come sta la moglie. Nonostante sia stato sedato, è ancora tremendamente scosso, perché la scena che gli si è presentata davanti agli occhi è stata tremenda».

Sono le parole di Brunella, madre di Umberto Maria Evagelista, l’automobilista 21enne di Macerata che nel primo pomeriggio di Ferragosto, al volante di un’Audi A3 con a fianco un amico di 22 anni è piombato come un proiettile contro una Fiat Punto incolonnata al casello di Cotignola dell’autostrada A-14 bis. La madre del giovane è giunta in Romagna assieme ad altri familiari, all’ospedale di Lugo dove il figlio sabato era stato trasportato in ambulanza.

«Umberto non si dà pace e ha quasi sempre le lacrime agli occhi. Ripensa in continuazione a quella terribile scena e a quella incolpevole famiglia. Una tragedia».

Ha visto l’impressionante video dello schianto?

«Purtroppo sì, ed ho ancora i brividi».

Che idea si è fatta circa la possibile causa?

«Attendiamo l’esito delle indagini. Posso solo dire che i primi accertamenti hanno escluso la positività sia all’alcol che quella relativa all’assunzione di stupefacenti».

Quindi, cosa può essere successo a suo avviso?

«Ritengo che si sia trattato di un colpo di sonno. Sia lui che l’amico che sedeva a fianco avevano da poco mangiato un panino. L’amico si è addormentato e non escluderei che anche ad Umberto siano ‘scappati’ gli occhi pochi secondi prima dell’impatto col new jersey».

Cosa ricorda suo figlio dell’incidente?

«Il momento dell’impatto contro il new jersey e della sbandata non lo ricorda assolutamente. Mi ha detto di aver aperto al’improvviso gli occhi e di essersi accorto che stava ‘volando’ con l’auto».

E ha capito cosa era accaduto?

«Appena è uscito da quell’ammasso di lamiere mi ha chiamato al cellulare. Era sconvolto. Mi ha detto ‘mamma ho avuto un incidente gravissimo. Sono morte due persone’. Urlava, ‘per favore mamma, non mi lasciare, stammi vicino’. Era sotto choc e non sapeva indicarmi dove si trovava. Sono riuscita a farmi passare un vigile del fuoco che ci ha spiegato tutto e siamo subito partiti».

La telefonata con Umberto è proseguita?

«Sì, era disperato. Mi ha detto ‘non ho bevuto, non mi drogo’, ma soprattutto ripeteva che due persone erano morte. Era quest’ultima cosa che lo che lo angosciava e che continua tuttora a farlo piangere e disperare. Come pure ha sempre davanti agli occhi l’immagine della povera signora che continuava a ripetere ‘dov’è il mio bambino, dov’è’».

Sui social tante persone si sono scagliate contro suo figlio...

«Lo so e credo che alla luce di quella incredibile velocità e ritenendo che potesse essere ubriaco la reazione sia comprensibile. Tuttavia, anche se non spetterebbe certo a me dirlo, è un ragazzo con la testa sulle spalle che non fa uso di alcolici e di stupefacenti. Pensi che quando esce con gli amici è lui a mettersi quasi sempre al volante perché, oltre a non bere, è il più attento alla guida».

Ora come sta?

«Non ha riportato fratture, ma soltanto diverse contusioni e dei tagli. Il suo amico ha tre costole fratturate, ma è stato già dimesso».

Si sente di dire qualcosa ai familiari delle due persone decedute?

«Il desiderio è quello di incontrare la signora Carmela per testimoniarle la nostra vicinanza e l’affetto in un momento così terribile. Il timore è che nonse  la senta di incontrarci, ma faremo il possibile affinché ciò avvenga comunque».