Inizia da Alfonsine il potenziamento della capacità di stoccaggio del Paese

Nei giorni scorsi, il ministro Pichetto Fratin ha dato il via libera per consentire le operazioni in un’area che include anche i territori di Lugo, Fusignano, Bagnacavallo

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La politica energetica nazionale passa sempre più da Ravenna. Rigassificatore, Depositi di Gnl Pir-Edison, maggiore produzione di gas naturale in Adriatico, eolico e fotovoltaico con Agnes, cattura della Co2 e ora stoccaggio nel giacimento di Alfonsine di 1,5 miliardi di mc di gas. Anzi, il piano del governo Meloni è quello di iniziare proprio da Alfonsine il potenziamento della capacità di stoccaggio del Paese che oggi è attorno ai 19 miliardi di mc, ma ormai al 95% delle potenzialità. Ieri l’ad di Snam, Stefano Venier ha spiegato che non si può continuare a pompare gas negli stoccaggi per non compromettere la durata degli stessi. Naturalmente quello del campo estrattivo di gas, non più in attività, di Alfonsine, è un tipico caso-italiano. Stogit, società di Snam, presentò la valutazione di impatto ambientale per trasformare il sito da produttivo a stoccaggio, nel 2013, dieci anni fa.

Nei giorni scorsi, il ministro Pichetto Fratin ha dato il via libera per consentire lo stoccaggio in un’area che include i territori di Alfonsine, Lugo, Fusignano, Bagnacavallo e, in piccola parte, anche il Comune di Ravenna. Un’operazione che vale un incremento del 10% della capacità di fare scorte per affrontare i picchi invernali, cruciale soprattutto in tempi di crisi energetica. E che richiederà l’investimento di 1 miliardo di euro. Il piano complessivo è quello di stoccare in vari giacimenti, compresi alcuni in corrispondenza di pozzi a mare non più attivi, circa 7 miliardi di mc di gas.

l.t.