Inizio settembre, rinasce il Palazzo del Podestà

Si avvicina la riapertura ufficiale al pubblico del grande edificio. I lavori si sono conclusi ormai da un paio di mesi

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di Filippo Donati

C’è una data, o meglio una parentesi temporale, per la riapertura ufficiale al pubblico del Palazzo del Podestà. Dai piani alti di Palazzo Manfredi filtra l’intenzione infatti di tagliare il nastro del rinato storico palazzo in una data compresa tra la fine di agosto e i primi di settembre. Un periodo scelto anche per la sua coincidenza con il ritorno dopo quattro anni, di Argillà Italia, evento centrale nel 2022 della città, che porterà molti occhi in più a guardarsi intorno in piazza del Popolo e in piazza delle Erbe, per la prima volta coinvolta nella mostra-mercato, dopo i buoni riscontri raccolti nel corso di Made in Italy (versione esclusivamente italiana dell’evento, tenutasi nel 2020 e nel 2021).

Il palazzo è sostanzialmente pronto ormai da alcuni mesi: gli ultimi operai se ne sono andati poco più di due mesi fa, al termine di vari anni di interventi – per un costo di un milione di e mezzo di euro, coperto per 740mila euro da un contributo regionale – progettati per rendere il palazzo di nuovo fruibile al pubblico e per rinnovarne gli interni, messi talvolta a dura prova dallo scorrere del tempo. Il palazzo non avrà più un solo accesso: oltre alla scala che lo costeggia su piazza delle Erbe sono stati posizionati anche un ascensore – collocato in quella che era la ‘Casa del Podestà’, poi nota come albergo Corona – e lo scalone avvolto di corten che è sorto dal nulla sempre in piazza delle Erbe, oggetto suo malgrado delle invettive di buone parte della cittadinanza.

All’interno la situazione è più confortante: il tono color sabbia delle pareti – realizzato tramite una scialbatura in calce e cocciopesto, individuata fra varie alternative come la più idonea a rendere leggibili gli interventi attuati nella struttura dal Medioevo agli anni ‘60 del Novecento, passando per i notevoli rimaneggiamento intervenuti nell’Ottocento e durante il Ventennio – ha generalmente entusiasmato coloro che hanno potuto affacciarsi nel Salone dell’Arengo, così come le mattonelle in cotto Impruneta pensate per i pavimenti.

Più sobrie le pareti della ex-Casa della Podestà, dove si è optato per una semplice tinteggiatura, dialogante con il gres che ha nel frattempo trovato posto sui pavimenti. La cesura netta fra i due ambienti è rappresentata dall’ambiente vetrato che affaccia sul retro della torre civica e da cui si apre uno scorcio su piazza della Libertà. La parte sicuramente più suggestiva del palazzo coincide con la terrazza che corre lungo buona parte di piazza del Popolo, dirimpetto a quella di palazzo Manfredi: dovrebbe essere da qui che si godrà una vista del tutto particolare sulla nuova edizione di Argillà Italia. Perché quella porzione di città venga del tutto ripristinata è previsto un ulteriore intervento, per il valore di circa mezzo milione di euro, calendarizzato per il 2023: si tratta del rifacimento della pavimentazione della piazza, dove l’asfalto lascerà posto a dei blocchi più in linea con l’adiacente piazza del Popolo e con l’apparire del palazzo del Podestà.