
Elena Zannoni, sindaca di Lugo, dice cosa pensa dell’aggressione ai danni di un insegnante al Polo tecnico professionale
La scuola a Lugo è finita al Polo tecnico professionale con un’aggressione con calci e pugni da parte di uno studente a un professore, che si è poi recato al Pronto soccorso, mentre al liceo atti vandalici (lanci di uova e anche di alcuni sampietrini) hanno portato anche alla rottura di una finestra del Liceo.
Elena Zannoni, sindaca di Lugo, cosa pensa dell’aggressione ai danni di un insegnante?
"Penso che da tempo si siano superati i limiti del rispetto verso chi svolge un lavoro fondamentale per il futuro della società. Leggo di episodi simili in tutta Italia, persino di genitori che minacciano o aggrediscono insegnanti per un voto. L’insegnante è la seconda figura di riferimento adulta dei nostri figli e, per quanto in Italia siano malpagati, il loro non è un lavoro di secondo piano, anzi".
A parte l’episodio, i ‘festeggiamenti’ di fine scuola dei ragazzi delle superiori sono andati oltre il lecito.
"Da sempre l’ultimo giorno di scuola porta con sé festeggiamenti, anche un po’ sopra le righe, quali gavettoni e lanci di uova e farina. Gli eccessi che si sono vissuti venerdì in alcuni contesti però non sono accettabili e proprio per provare a monitorare avevamo messo a disposizione alcune pattuglie e chiesto la collaborazione di altre forze dell’ordine. Tuttavia non è stato sufficiente per evitare alcuni episodi molto spiacevoli. E lo sono sia per le persone e gli enti che subiscono danni, sia per chi è colpito dagli effetti reputazionali di questi fatti".
Cioè i giovani stessi?
"Parlo di tutti gli altri ragazzi: che in questi giorni hanno organizzato i tornei di basket, pallavolo, calcio e calcetto saponato tra le scuole, quelli che hanno organizzato la serata di graffiti di venerdì sera, quella in Rocca un po’ di settimane fa, quelli del freestyle, quelli che si impegnano in associazioni, parrocchie e società sportive, quelli che si dedicano ai loro talenti, quelli che ieri pomeriggio sono stati alla festa dello sport e tanti altri".
Teme che si finisca per generalizzare?
"Abbiamo il dovere di saper distinguere, dare opportunità a tutti, dare buoni esempi e continuare a investire su di loro".
Ha fatto un lungo elenco di avvenimenti positivi, ma si è registrata anche una rissa con varie denunce al seguito, atti vandalici di vario genere.
"È stato un anno difficile per le scuole. Le cronache locali un po’ in tutte le città, dai capoluoghi ai centri in cui si concentrano le scuole superiori, sono teatro di episodi simili. Credo che ciascuno debba fare la propria parte: famiglia, scuola, forze dell’ordine e comunità intera".
Quale il ruolo dell’amministrazione comunale?
"Può e deve fare da connettore di queste realtà ed è quello che abbiamo iniziato a fare. Ma non solo, sono sempre più convinta che il nostro ruolo sia anche dare opportunità e spazio ai ragazzi, perché si impegnino in occupazioni sane, che li motivino, che diano loro il senso della fiducia della città verso di loro. Una delle cose belle vissute in questo primo anno è stata proprio venire in contatto con ragazzi e ragazze pieni di iniziativa".
Agli onori della cronaca è arrivata anche la lettera della studentessa del Liceo che denunciava un disagio profondo.
"Il mio primo pensiero, leggendola, è stato che poteva essere stata scritta da uno o una qualsiasi dei miei compagni del liceo. Ci siamo tutti trovati davanti a insegnanti che hanno lasciato il segno e altri che non ci hanno trasmesso amore per lo studio o la materia. Il secondo pensiero è stato che forse la ragazza avrebbe preferito non assurgere a questa notorietà con tanto di nome e cognome sui social in tutta la nazione. Ma ormai siamo in un mondo in cui anche un piccolo gesto di protesta, che lei voleva rivolgere ai propri insegnanti, diventa di portata nazionale, causando anche difficoltà. Io non ci ho visto un disagio giovanile, l’adolescenza non è semplice, ma le sue considerazioni sono da recepire per provare a cambiare ciò che non va. Non sono sintomo di depressione, né di degenerazione del corpo insegnante. Certo se noi, come società, riconoscessimo più valore agli insegnanti, forse almeno una parte di quelli che la ragazza accusa di non mettere l’anima nell’insegnamento avrebbero motivi superiori".