Inutile gridare al lupo Il problema è stato enfatizzato

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Un equilibrio di convivenza che non può mai dimenticare da dove siamo partiti alcuni decenni fa, quando l’allarme ambientale denunciava il rischio di estinzione di molte specie, a cominciare proprio dal lupo e parimenti, su un piano parallelo, si denunciava quella che era una realtà disastrosa: l’uso indiscriminato degli antiparassitari in agricoltura che stava decimando le api e, quindi, metteva a repentaglio lo stesso meccanismo di riproduzione. Una realtà purtroppo ancora oggi a macchia di leopardo esistente anche se dal punto di vista del recupero ambientale e dei suoi privilegiati abitanti (insetti, volatili, mammiferi) da allora ad oggi si sono fatti notevoli passi avanti (ma va da sé che i cambiamenti climatici sono la conseguenza di altri e ancor più gravi comportamenti umani!) Una frontiera dalla quale non è certo il caso anche solo pensare di retrocedere. Un’analisi razionale e pacata della situazione sul territorio evidenzia come il problema più che reale sia forse enfatizzato.

Nel Ravennate i lupi censiti sono nove; ad essi si possono aggiungere le segnalazioni provenienti dalla Bassa Lughese, Savarna compresa. Se non trovano cibo, i lupi si muovono, percorrono centinaia di chilometri, una loro ingestibile proliferazione appare oggi pura fantasia. Ma è evidente che nelle aree in cui più frequenti sono le segnalazioni, gli animali da cortile e ogni altro mammifero casalingo andrebbe adeguatamente protetto: e su questo fronte forse Provincia e Regione dovrebbero fornire capillari e quotidiane informazioni anche con l’obiettivo di evitare inutili e dannosi allarmismi, a volte prodotti, ovviamente involontariamente, anche dalle iniziative che le istituzioni adottano come se qualche predazione notturna in campagna fosse la conseguenza delle scorribande di criminali in armi! Informazione, protezione e finanziamenti che Provincia e Regione da anni hanno messo in atto con proficui risultati in collina, dove colture e animali da allevamento sono salvaguardati dai recinti a bassa tensione e dove sistematicamente si procede ai piani di contenimento dei cinghiali e dei caprioli. Senza mai dimenticare che la Regione indennizza i danni prodotti dalla fauna selvatica o protetta. Non solo all’agricoltura o agli allevamenti, ma anche agli automobilisti laddove però, sulle strade segnalate, l’utente abbia tenuto un prudente comportamento.

Carlo Raggi