MATTEO BONDI
Cronaca

Invasione di conigli sull’argine del Senio

Allarme a San Severo di Cotignola. Ma non è chiaro chi se ne debba occupare. Il 17 marzo riunione tra enti per definire la natura degli animali e intervenire.

L’argine groviera del Senio a San Severo di Cotignola in un’immagine del drone

L’argine groviera del Senio a San Severo di Cotignola in un’immagine del drone

Il muso dei conigli ispira tenerezza, ma il loro proliferare incontrastato in zone rurali è fonte di forte preoccupazione per i danni che possono causare alle coltivazioni. E’ quanto sta avvenendo da un paio di anni a questa parte sui campi della zona di San Severo, a Cotignola, nei pressi dell’argine destro del Senio. Abbiamo fatto una perlustrazione nelle vicinanze della chiesa della frazione e ci hanno accolto decine di conigli che in piena libertà saltellano da una parte all’altra. Raggiunto l’argine, questo è apparso bucherellato, come fosse una groviera, da decine di tane di coniglio a perdita d’occhio. Va detto che questi simpatici animaletti non sono annoverati tra quelli responsabili di eventuali danni strutturali agli argini: le tane, solitamente, non sono scavate in profondità come avviene invece con gli istrici, ma la visione delle buche, una dietro all’altra, soprattutto dopo due anni di piene e alluvioni, colpisce. Il danno però, come si diceva, non è all’opera idraulica, che, in effetti, ha detto proprio in quel punto alle due alluvioni, di maggio 2023 e settembre 2024, e alle piene da allerta rossa che comunque si sono susseguite in questo periodo. Ma i danni sono tutti a carico dei raccolti degli agricoltori che vicino a quell’argine hanno i campi. La prima segnalazione di conigli nella zona risale al febbraio del 2023. Chi se ne deve occupare? Proprio nella risposta a questa domanda sta il bandolo della matassa che l’Amministrazione comunale di Cotignola sta cercando di sbrogliare.

Per definizione i conigli sono animali domestici, ma si riproducono allo stato brado procacciandosi il cibo per conto loro, quindi potrebbero benissimo essere classificati come inselvatichiti, alla stregua della selvaggina in pratica. Ma proprio la non definizione accertata è alla base di uno scambio di considerazioni e di lettere che passa tra Comune, Agenzia Regionale, Provincia e Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Al momento Ispra non ha rilasciato un parere definitivo a riguardo e, senza tale definizione, non è titolato il Comune a intervenire, in quanto non è detto che siano animali domestici, ma neanche la Regione in quanto non è detto che siano selvatici. Il Comune ha anche fatto rilevare, tramite una comunicazione ufficiale, la ‘pericolosità’ delle buche sugli argini. A inizio di quest’anno è così avvenuto uno studio, commissionato dall’Agenzia Regionale che ha individuato cinque tane di notevoli dimensioni che saranno soggette a ripristino, ma senza eliminare il problema alla radice, cioè i conigli che quelle tane le fanno. Il prossimo 17 marzo a Ravenna è convocata una riunione apposita tra tutti gli enti coinvolti con la speranza che venga decisa una definizione e, di conseguenza, affidata a un ente la responsabilità di risolvere il problema.

Matteo Bondi