"Io unico ‘forestiero’ a pescare l’Anello"

Il presidente del RoCa Franco Nanni racconta l’impresa del 1962 quando, a 24 anni, riuscì ad afferrare l’ambito trofeo cervese

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Aveva 24 anni, Franco Nanni, nel 1962, era campione europeo di nuoto subacqueo ed era anche già presidente della Sub Delphinus, storica società di imprese sportive (e non solo): così non ci pensò due volte a tentare un’avventura un po’ diversa, a metà strada fra capacità agonistiche natatorie, abilità e forza un po’ bruta e il 31 maggio, giovedì dell’Ascensione, si presentò alla cerimonia dello Sposalizio del mare a Cervia e fu lui ad afferrare l’anello lanciato in mare dall’arcivescovo Baldassarri. "In cinque secoli sono stato l’unico ‘forestiero’ a pescare l’ambito trofeo" ricorda Nanni, che da quegli anni Sessanta di strada ne ha fatta tantissima, nel campo professionale: fondatore con Mambelli della società ‘Ra.Na’ per lavori subacquei, fra i massimi esperti della ricerca scientifica nel settore off shore, cofondatore (e vice presidente) del Centro iperbarico, presidente del RoCa, l’associazione ravennate degli operatori off shore, consigliere di organismi e società anche americane, tanto per citare una parte dei suoi fronti operativi.

Nanni, racconti un po’ quell’impresa di 60 anni fa...

"Ero giovane, ero un buon nuotatore e non c’erano preclusioni a partecipare, la pesca dell’anello non era riservata ai soli cervesi, così mi feci portare da un amico in motoscafo fino allo specchio di mare dove si svolgeva la cerimonia. Ricordo ancora l’arcivescovo Salvatore Baldassarri mentre recitava la tradizionale formula e poi lanciava l’anello in acqua. Ero in buon a posizione e riuscii ad afferrarlo".

E gli altri non cercarono di bloccarla?

"Ma certo, e subito! Mi trovai immobilizzato dalle mani e dalle braccia di quattro-cinque energumeni. Erano i ragazzi cervesi che cercavano di tenermi sotto e strapparmi l’anello, ma io ero ben allenato e soprattutto ero campione di subacquea, insomma di aria nei polmoni ne avevo parecchia. Così riuscii a sgattaiolare in profondità e nuotare verso la barca dove c’erano il vescovo, il sindaco e altre autorità: mi issai velocemente a bordo e l’anello fu mio". Fa infatti parte della battaglia per accaparrarsi l’anello anche il tentativo di strapparlo a chi lo ha recuperato: tutto (o quasi) è lecito fino a quando il nuotatore non si è issato completamente sulla barca del vescovo.

Nanni, l’edizione del 1962 dello Sposalizio del mare corrispondeva anche al sessantesimo anniversario della fondazione di Milano Marittima. Fu invitato alla cerimonia?

"Era prevista una serata di gala presente il sindaco di Milano (era Gino Cassinis, ndr) proprio per la ricorrenza ed era stato previsto che l’anello recuperato fosse donato al primo cittadino ospite. Mi chiesero se fossi d’accordo e io ovviamente dissi di sì e mi presentai: fu uno smacco per i cervesi che ad omaggiare il sindaco di Milano fosse un ravennate e non uno di loro! Sta di fatto che avevano promesso di farmi avere una copia dell’anello, ma non l’ho mai vista. Comunque ho rimediato io, ne ho fatto fare una copia, sono andato da monsignor Baldassarri e me lo sono fatto benedire!"

Carlo Raggi