Irene Grandi, la calda voce del blues

La cantante toscana stasera alle 21 all’Alighieri interpreta brani di Etta James e Otis Redding: "Alle persone manca la musica dal vivo"

Irene Grandi, la calda voce del blues

Irene Grandi, la calda voce del blues

Per la prima volta Irene Grandi partecipa, da protagonista, a ‘Ravenna Jazz’. Sul palco del teatro Alighieri, questa sera alle 21, la cantante presenterà il nuovo album ‘Io in blues’, un vero e proprio atto d’amore ad alcuni dei più carismatici artisti internazionali e italiani, un viaggio fatto di brani che attraversano un arco temporale che va dagli anni Sessanta fino ai Novanta. Canzoni che sono blues nell’anima e nell’ispirazione: Etta James, Otis Redding, Willie Nixon, Tracy Chapman, Sade, ma anche Pino Daniele, Lucio Battisti, Mina e alcuni brani di Irene, riarrangiati in chiave rock-blues.

Irene Grandi, felice di questo debutto alla cinquantesima edizione di ‘Ravenna Jazz’?

"Moltissimo. Sono riuscita a entrare in questa manifestazione grazie a questo concerto particolare che sto portando in giro dall’anno scorso e che sta molto piacendo al pubblico. È un lavoro in cui mi si conosce e riconosce, con un gusto e uno stile che aiutano a spiegare da dove vengo".

Un vero e proprio ritorno alle sue radici, alla sua formazione musicale e alle prime esperienze sul palco. Come le venuta l’idea?

"Durante gli anni di pandemia quando era difficile pensare a un disco o a concerti, e maturavano riflessioni. Le prime date le ho fatte che il Covid non era ancora alle spalle. In un momento di fragilità, la riconnessione con le origini dà più forza e sicurezza. Questo progetto mi ha dato slancio e ha superato le mie più rosee aspettative, facendo date dopo date. Mi diverto da morire a cantare anche cose che non sono mie, è una sfida".

Com’è il rapporto col pubblico e cosa è cambiato rispetto al pre pandemia?

"La mia percezione è che alla gente sia mancata moltissimo la musica dal vivo. Oggi come oggi non è facile fare concerti, ci vuole passione e puntare sulla qualità, anche perché non è possibile avere più le grosse produzione di una volta, per motivi di budget. La professionalità dei musicisti conta più della capacità di confezionamento".

Insieme a lei sul palco, il suo quartetto: un altro punto di forza…

"Sì. Con me ci sono Max Frignani alla chitarra, Piero Spitilli al basso, Fabrizio Morganti alla batteria e soprattutto Pippo Guarnera all’organo hammond, il ‘signore del blues’, ormai uno dei pochi a saper suonare questo strumento vintage che non si trova più e va conosciuto bene. Nel complesso, vien fuori un concerto vivace, che ci permette di improvvisare in libertà per un appuntamento ogni volta diverso".

Di recente è uscito anche il doppio vinile ‘Io in blues’ da collezione…

"Sì, è venduto solo on line e raccoglie il meglio di questi 50 concerti live. Un bel ricordo e un bel regalo che ci siamo fatti per avere una testimonianza di questi ultimi due anni".

Roberta Bezzi