Irene Grandi, una ’cattiva ragazza’ per Dante

All’Alighieri la cantante riceverà il premio ‘Musica e parole’: "Canterò alcuni brani, tra cui ’Alle porte del sogno’ del poeta Alfredo Vestrini"

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Dopo Mogol, lo scorso anno, Enrico Ruggeri, Roberto Vecchioni e Cristiano Cristicchi, il premio ‘Musica e parole’ di ‘Dante 2021+1’ sarà assegnato a un’altra big della musica italiana: la cantautrice fiorentina Irene Grandi. La ‘cattiva ragazza’, come si è definita nella sua autobiografia, ha saputo intrecciare collaborazioni con autori e colleghi in un clima di condivisione e sperimentazione di linguaggi diversi. "Nella sua forte adesione alla lingua contemporanea – si legge nelle motivazioni – non ha trascurato talvolta di ‘riappropriarsi’, con una rilettura personale e da protagonista, di momenti di storia della canzone italiana". A premiarla stasera alle 21, al teatro Alighieri, Gian Luigi Beccaria dell’Accademia dei Lincei e Accademia della Crusca.

Grandi, come ha accolto la notizia del premio?

"Ne sono onorata, non ho quasi parole per un premio dato da un’Accademia così importante. Da sempre porto avanti uno studio sulle parole che, con la musica, devono creare un’emulsione, e mi fa piacere che questo sia stato notato e apprezzato. Devo anche ringraziare i tanti autori con cui ho collaborato, a partire da Telonio con cui leggevo Battisti per imparare". Com’è tradizione, i cantanti premiati deliziano il pubblico con qualche canzone…

"Lo farò anch’io a Ravenna per dare ciò che più so fare, per alleggerire gli animi di tutti a partire proprio dal mio… Quando canto mi sento bene, perché esprimo un mio talento. Canterò diversi pezzi spaziando dai miei inizi sino a oggi, fra cui probabilmente il brano ‘Alle porte del sogno’ di Alfredo Vestrini, un grande poeta che meriterebbe di essere meglio valorizzato".

La sua è stata una lunga estate di concerti. Com’è andata?

"Molto bene, perché caratterizzata da ‘Io in blues tour’ che ora abbiamo deciso di continuare anche nei teatri in autunno. L’ultima tappa, quella al Teatro Olimpico di Roma il prossimo 10 ottobre, è già a tutti gli effetti la prima della nuova stagione". Quali sono stati gli ingredienti di questo successo?

"L’idea del tour è nata in un momento duro, la pandemia, quando sembrava difficile fare qualcosa di nuovo. Ecco allora che, prendendo spunto dalle lezioni di yoga che seguivo in cui si parlava di radicamento, ho voluto ricordare le mie radici, che affondano nel pop rock blues".

In che modo?

" Il tour è stato un grande atto d’amore ad alcuni dei più grandi artisti internazionali e italiani, un lungo viaggio musicale dagli anni Sessanta agli anni Novanta: da Pino Daniele a Lucio Battisti, da Tracy Chapman a Etta James".

Il tutto con l’accompagnamento di una formazione che prevede anche l’organo hammond di Pippi Guarnera…

"Sì, mi ha dato una grande mano nel creare il tipo di musica a cui aspiravo. D’altra parte, in questo momento, fare grandi produzioni è difficile, ed è meglio proporsi con una formazione quasi jazz".

Roberta Bezzi