"Voleva che mi convertissi all’Islam". Falso, marito assolto

Imputato tunisino e vittima italiana, le i ne contestava l’improvvisa radicalizzazione Per il giudice il fatto non sussiste

Violenza (foto di repertorio)

Violenza (foto di repertorio)

Faenza, 17 gennaio 2020 – Assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza emessa dal Tribunale di Ravenna nei confronti di un 55enne tunisino, residente a Faenza, che era imputato di maltrattamenti in famiglia verso la moglie italiana per aver cercato di convertirla all’Islam. Il giudice ha valutato diversamente, ritenendo che la religione non c’entrasse e che il motivo di dissidio nella coppia era soprattutto di natura economica. La donna, 40enne, spesso avrebbe utilizzato la carta di credito del convivente ai cui occhi faceva spese ingiustificate, complice forse il vizio del gioco. I fatti sono collocati tra 2014 e 2015. Lei aveva raccontato che negli ultimi tempi lui pretendeva da lei la conversione all’Islam, contestandone il modo di vestire all’occidentale. La difesa, con gli avvocato Gino Salvatori di Roma e Bahija Afouzar di Bologna, hanno dimostrato che lui né prima né durante il matrimonio ha mai preteso tutto ciò.