Gli interventi per la messa in sicurezza del Marzeno e un contributo di 10mila euro sono i primi capitoli di quella che il sindaco di Faenza Massimo Isola, in una lettera inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha chiamato "disobbedienza istituzionale", la decisione cioè di procedere da subito con i provvedimenti di cui la città ha bisogno, molto semplicemente, per poter continuare a esistere ancora.
Il vero nodo riguarda il fiume Marzeno e gli interventi per la sua messa in sicurezza, vale a dire quel piano di aree allagabili che il Comune ha presentato in febbraio alla struttura commissariale, e che da allora è rimasto bloccato nelle sabbie mobili burocratiche. "Senza attendere le autorizzazioni, considerato che c’era già stato un via libera informale, e anche se non di nostra diretta competenza, inizieremo subito i lavori per la messa in sicurezza del Marzeno, responsabile degli allagamenti della zona di via Cimatti e di alcune zone del forese come via San Martino – promette il sindaco della città manfrediana –. Seguiremo l’idea progettuale già presentata nel febbraio scorso, contenuta nell’ordinanza 13 bis della struttura commissariale, mai fino ad oggi approvata e finanziata". Il progetto che verrà messo in atto è quello di un sistema di argini e barriere che consentano di convogliare le acque del fiume "e bloccarle prima che raggiungano le abitazioni. Abbiamo preso contatto con i proprietari dei terreni per trovare un accordo; i tecnici sono già sul campo in modo che i lavori possano iniziare fin da subito". L’altro intervento più atteso riguarda un contributo di 10mila euro a fondo perduto per tutti i nuclei familiari che abbiano subito due alluvioni negli ambienti abitativi: potranno essere spesi per il ripristino dell’abitazione, "ma anche per il pagamento di bollette, rette, mutui e qualsiasi altra necessità. Per ottenerli basteranno probabilmente un’autocertificazione e l’indicazione di un conto corrente: gli uffici stanno mettendo a punto la procedura necessaria", prosegue il sindaco. "Il contributo sarà a carico del Comune di Faenza, finanziato eventualmente attraverso le donazioni che arriveranno".
Altri nodi sono venuti al pettine nelle scorse ore, in primis il non funzionamento delle valvole di Hera lungo gli argini, dei sistemi fognari e delle idrovore, alcune delle quali andate in panne per aver esaurito il carburante. Falle nel sistema che hanno provocato l’allagamento di due aree – via Lapi e via Ponte Romano – che invece erano riuscite a scampare all’alluvione anche grazie ai nuovi argini costruiti negli scorsi mesi al posto delle voragini scavate dalla piena del 2023. "Ad Hera chiediamo azioni immediate: entro 30 giorni abbiamo bisogno di sostituire il dispositivo di idrovore mobili con postazioni fisse nelle aree più critiche, già individuate nel piano d’azione messo a punto insieme, garantendo in caso di emergenza un presidio costante. Entro 60 giorni vanno avviati tutti i cantieri dei bypass previsti nel piano di intervento come ‘imminenti’, in particolare per i quartieri Orto Bertoni e Bassa Italia. Serve poi una ricognizione immediata degli scarichi a fiume del Lamone, verificandone l’operatività e intervenendo subito per la loro eventuale manutenzione".
Isola, dopo il sì di assessori e dirigenti – "li ringrazio per il rischio che hanno scelto di assumersi" – ha incassato il sostegno anche delle forze politiche che compongono la sua maggioranza. "Non vogliamo andare alla guerra con gli altri enti: chiediamo a tutti lo stesso atteggiamento per superare barriere politiche e burocratiche. In ogni caso, noi andiamo avanti lo stesso".
Filippo Donati