
Il deputato del Carroccio considera ’suoi’ i consiglieri di Lista per Ravenna, con la quale sosteneva Alvaro Ancisi. "Ravenna è un soviet, non è facile".
Jacopo Morrone, segretario Lega Romagna. Il suo partito ha azzerato i consiglieri. "No, ne abbiamo due". Chi? "Alvaro Ancisi, il nostro candidato sindaco, e Gianfranco Spadoni". Entrambi di Lista per Ravenna. "Ancisi era sostenuto da una lista con Lega, Lista per Ravenna e Popolo della Famiglia. I consiglieri sono due. Nel complesso il risultato è soddisfacente". Quindi avete confermato il risultato delle precedenti amministrative? "Eravamo partito con due consiglieri (della Lega, ndr), Rolando ed Ercolani, che si è dimesso, venendo sostituito da Anna Greco, a sua volta passata a Fratelli d’Italia". Ed è rimasto Rolando, con il quale vi siete scornati. Lui ha annunciato il suo sostegno alla candidatura di Veronica Verlicchi (La Pigna), il partito si è speso per Alvaro Ancisi. Il divorzio è stato inevitabile. Questo non ha pesato sul vostro risultato? "Rolando si è allontanato da tempo dalla Lega. So che ha appoggiato un altro candidato. Non so nulla di lui. Penso si sia ritirato a vita privata". Arrivando al risultato complessivo, non pagate, come centrodestra, l’eccessiva frammentazione? "Quanto abbiamo raccolto divisi, noi, Grandi e La Pigna? Circa il 35%. Il centrodestra, se non ha candidato in grado di sparigliare le carte, unito a Ravenna prende tra il 22 e il 24%". Così però è sconfitta certa. Di più: Ravenna l’avete data per persa in partenza? "No. Io corro sempre per vincere. Le cose però cambiano in fretta. A Forlì la Lega prese un consigliere e la volta dopo vinse con Zattini sindaco, poi riconfermato. Detto questo, Ravenna è un soviet, dove il sistema cooperativo è fortissimo. Non ho visto tutto questo entusiasmo per Barattoni. Gli elettori hanno votato la bandiera del Pd, non il candidato, che è anche poco conosciuto. Sono andati a votare come il lunedì si va al lavoro". Ravenna però per voi sembra irraggiungibile. "Prima o poi le cose devono cambiare. La mancanza di alternanza non fa bene alla democrazia. Tolgono il terzo mandato ai governatori, e qui c’è lo stesso partito al governo da mezzo secolo". l.b.