L’impianto della CO2 fuori dal Recovery Fund

Doccia fredda nel contesto della crisi di governo, eppure il premier Conte disse: "Sarà il più grande di tutta Europa"

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Il progetto che sta sviluppando Eni a Ravenna per la cattura-stoccaggio-riutilizzo della CO2 è stato tolto dalla lista di quelli finanziabili attraverso il Recovery Fund. La previsione era di circa 3 miliardi di investimento. Il ‘taglio’ è avvenuto negli ultimi giorni, perché in un primo tempo il progetto era inserito tra quelli finanziabili tanto da suscitare le critiche di Greenpeace e Legambiente. L’altra sera, al termine del Consiglio dei ministri, è uscito un elenco senza più investimenti nella CO2.

Gli ambientalisti si sono detti soddisfatti. I contenuti della bozza approvata potrebbero ancora subire dei cambiamenti. Nel caso di questo progetto, c’è poi un precedente importante. Al termine degli Stati generali dell’economia del giugno scorso, il premier Conte annunciò: “A Ravenna nascerà il più grande centro di stoccaggio di CO2 al mondo”. Da qui, al depennamento, ce ne passa.

Il progetto, che prevede una capacità di stoccaggio nei giacimenti di gas esauriti di 300-500 milioni di tonnellate di CO2 riutilizzabili nella conversione a metanolo, nella produzione di polimeri, nel fissaggio chimico in residui dell’industria mineraria ottenendo materiali per l’edilizia. E poi c’è l’idrogeno, quello blu, ovvero ottenuto dal gas e la cui anidride carbonica prodotta verrebbe catturata grazie al progetto ravennate. Il Governo ha specificato di puntare sull’idrogeno verde, estratto dall’acqua usando la corrente prodotta da una centrale alimentata da energie rinnovabili, come idroelettrica, solare o fotovoltaica.

Sta di fatto che in due mesi Ravenna deve fare i conti con le parole del ministro Patuanelli che ha detto ‘stop definitivo’ all’estrazione di gas, mentre i documenti del Governo dell’altra sera mettono in discussione anche l’investimento sulla cattura della CO2 che potrebbe essere una leva importante per utilizzare le capacità professionali e tecnologie delle imprese ravennati dell’oil&gas, e quindi creare occupazione.

Dopo le decisioni del Consiglio dei ministri, gongola Greenpeace: “Apprezziamo la correzione di rotta e auspichiamo che simili progetti non riemergano in una fase più avanzata. Da parte nostra continueremo a chiedere a Eni di abbandonare gli investimenti per l’estrazione di idrocarburi e investire davvero nelle rinnovabili”.

“L’esclusione del progetto dell’impianto di stoccaggio della CO2 di Eni a Ravenna dal Recovery plan è l’ennesima occasione persa: e a forza di perdere occasioni si perde anche contatto con il resto del mondo sviluppato, che sta compiendo scelte più lungimiranti. ”, commenta il consigliere regionale Pd Gianni Bessi.

lo. tazz.