
La storia di Alteo Dolcini, del quale ricorre oggi il centenario della nascita (Forlimpopoli, 12 settembre 1923-Faenza, 2 settembre 1999), inizia negli anni Cinquanta quando Franco Torre, dipendente di un ufficio della Prefettura che aveva come scopo l’assistenza post- bellica alla cittadinanza, ebbe l’incarico di gestire il flusso dei profughi proveniente dalle zone del Polesine colpite dalle alluvioni e in quell’occasione scelse come collaboratore “il dottor Dolcini”. Dolcini, come ricorda il figlio di Torre, “al pari di mio padre era molto umano e sensibile e fra di loro nacque subito una forte intesa che si è protratta fino alla morte di mio padre”.
Terminata l’emergenza del Polesine, Dolcini ottenne per concorso il posto di segretario comunale del comune di Faenza ma nel tempo libero che gli lasciava l’incarico ebbe modo di mettere in atto tutte le sue straordinarie qualità di organizzatore e di promotore tutte finalizzate alla promozione del territorio, quella Romagna della quale Alteo si è sempre sentito figlio devotissimo.
Innanzitutto capì subito l’importanza dell’enologia e dopo aver provveduto a ripopolare la campagna faentina di nuove piantagioni di viti dette vita al Tribunato di Romagna, all’Ente tutela vini di Romagna e, insieme a Paolo Babini, Pietro Crementi e Primo Solaroli, alla Società del Passatore. Si devono a Dolcini anche la “Ca de bè” a Bertinoro, la “Ca de ven” a Ravenna e la “Ca de Sanzves” a Predappio Alta.
Cinquant’anni fa, inoltre, nel 1973, Dolcini e Francesco Calderoni organizzarono la prima edizione della “100 Km del Passatore”, una maratona che unisce la terra del Sangiovese a quella del Chianti e che ancora oggi è uno degli avvenimenti sportivi più partecipati. Non va dimenticata la sua intensa attività di pubblicista, dalla fondazione della rivista “Mercuriale Romagnola” alle numerose pubblicazioni fra le quali il saggio dedicato alla storia del “Marafon-Beccacino”, uno dei giochi a carte più diffuso in Romagna.
Dolcini, inoltre, insieme al sindaco Veniero Lombardi, nel dicembre del 1979 ritirò la busta sigillata che conteneva le profezie del sismologo Raffaele Bendandi e che nel 1930 era stata depositata presso l’Accademia Pontificia. Nel settembre del 2022, infine, la famiglia donò alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna il “Fondo Alteo Dolcini”, un preziosissimo materiale che rispecchia la multiforme attività di questo straordinario figlio della Romagna.
Franco Gàbici
