La antenne di telefonia a Classe

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Nell’interrogazione che il consigliere di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi ha rivolto al sindaco, su suggerimento probabilmente dei residenti, si fa notare anche che i cittadini di Classe in occasione dell’installazione delle prime cinque antenne non hanno protestato. È stata quest’ultima a provocare l’indignazione e la rabbia, sfociate poi nella manifestazione che si è tenuta la settimana scorsa. È vero, come lei scrive, che della tecnologia usufruiamo tutti, in particolare di quella cellulare, anche se poi tutti vorremmo che le antenne fossero installate nei quartieri in cui vivono gli altri e non nel nostro. È un po’ come la storia dei cassonetti dei rifiuti che nessuno vuole vicino casa, anche se li utilizziamo tutti. In questo caso però sei antenne, e tutte in un perimetro così circoscritto sembrano davvero troppe. Il problema non è solo di Ravenna, le cronache sono piene di proteste in varie parti d’Italia da parte di cittadini che si ritrovano dalla sera alla mattina con antenne a distanza troppo ravvicinata. E infatti stanno nascendo come i funghi associazioni o comitati con l’obiettivo di controllare che il loro proliferare non sia eccessivo. È difficile, ma anche indispensabile trovare una soluzione che riesca a soddisfare le esigenze di tutte le parti coinvolte. Perché è vero che la tecnologia la utilizziamo tutti, ma è anche vero che i cittadini sono preoccupati per eventuali ricadute sulla loro salute.