La cambiale che fece perdere il sonno a Gastone

di Paolo Casadio

I romagnoli hanno l’universale fama di lavoratori, magari un po’ “chitarre”, un po’ originali, teste quadre ma affidabili. Pensiamo agli anni del dopoguerra, alla bonifica di un territorio invaso da due milioni e mezzo di mine che ostacolavano ogni pratica agricola, alla ricostruzione di città letteralmente sbriciolate. Nel breve arco di un biennio già si vedevano gli effetti del recupero, piano o non piano Marshall, poiché siamo abituati ad argomblarci le maniche e andare.

Nino Pizzigati veniva da una famiglia di carradori, ovvero trasportatori conto terzi con carri e buoi. Catturato dopo l’8 settembre 1943 e caricato sul treno per la Germania, riuscì a buttarsi e a raggiungere la famiglia a San Pietro in Vincoli. Dopo la guerra, davanti al vasto parco di camion militari lasciato dagli alleati, intuì l’occasione e comprò a cambiali un GMC passo corto, lo convertì a metano e iniziò, insieme ai tre fratelli, l’attività di autotrasportatore conto terzi. Sono le macerie dei fabbricati bombardati, oppure i trasporti misti che vengono assegnati dall’ufìzi ravennate collocato alla barriera Alberoni.

Segue la fase di espansione di Milano Marittima e la necessità di trasporto materiali a uso cantieri. Ricorda il figlio Giovanni dell’abitudine del padre di portare a casa, al termine della lunga giornata di lavoro, un bicchiere di panna acquistata al bar vicino alla stazione. La sua volontà lavorativa gli permetterà di cambiare veicolo e acquistare casa a Ravenna a suon di debiti. Gastone Vicari seguì una strada simile, fondando il corriere “Il Rapido”, anche lui a colpi di cambiali. Perché allora funzionava così: i soldi non c’erano, si sperava di farli lavorando e quindi si rimandavano i pagamenti.

Non sempre, però, le cose andavano per il verso sperato, e accadde che Gastone perdesse il sonno perché all’indomani c’era una farfalla – così chiamavano le cambiali – in scadenza, ma i soldi stentavano. La moglie Bianca, azdora energica e spiccia, di fronte all’insonnia del marito si alzò, si vestì, uscì nel cuore della notte e si recò sotto le finestre del creditore, bussando alla porta. "Cosa volete?" chiese irritato questi. "Volevo dirvi che il mio Gastone non dorme perché non ha i soldi per pagarvi la cambiale di domani. Adesso che lo sapete, cominciate voi a non dormire!"

Così s’è ricostruita questa città, e val la pena ricordare i sacrifici di quanti vi contribuirono.