La Cavallerizza costerà più di 650mila euro

Per la palestra sono state prescritte al Comune di Faenza indagini archeologiche. E si sono resi necessari ulteriori interventi per la tipologia di terreno dell’area.

La Cavallerizza costerà più di 650mila euro

I lavori alla palestra della Cavallerizza (foto Tedioli)

Lievita il costo degli interventi necessari per la ristrutturazione della palestra della Cavallerizza e per la ricostruzione dell’adiacente edificio destinato a ospitare gli spogliatoi. In quella che ufficialmente si chiama palestra ‘Ivo Badiali’ saranno infatti necessarie delle varianti per adeguare il progetto all’evolvere inaspettato della situazione. In primis sono state prescritte al Comune di Faenza ulteriori indagini archeologiche nell’area in cui si sta lavorando; lo scavo delle fondamenta dell’edificio degli spogliatoi ha inoltre portato alla luce un suolo diverso da quello che ci si aspettava di trovare: l’inferiore portata al terreno costringerà a interventi supplementari rispetto a quelli già preventivati, necessari anche su solai e coperture. Le risorse aggiuntive saranno prelevate direttamente dal bilancio del Comune. La spesa complessiva risulta essere ora pari 594mila euro, di cui quasi 19mila per oneri sulla sicurezza, ben oltre i totali 530mila euro preventivati a inizio lavori: si è insomma di fronte a un aumento del conto finale per complessivi netti 63mila euro. A occuparsi dei lavori supplementari sarà la stessa ditta già incaricata degli interventi, un’impresa romana con sede a San Cesareo. Considerando anche l’Iva, il totale che le andrà corrisposto lievita fino a 654mila euro.

"L’obiettivo è rinnovare il parquet della palestra per renderla disponibile intorno alla fine del mese – spiega il vicesindaco Andrea Fabbri – mentre per quanto riguarda l’edificio degli spogliatoi contiamo che sia disponibile agli sportivi fra novembre e la fine dell’anno". La palestra della Cavallerizza è l’impianto sportivo più vicino al centro storico fra quelli attivi in città. Benché isolata rispetto ai vari baricentri dello sport faentino, come il complesso della Graziola, quello di via Fornarina e l’area di piazzale Pancrazi, è considerata una palestra chiave innanzitutto per la vicinanza alle scuole, ma anche come punto d’attrazione per quei ragazzi che non svolgono alcuna attività sportiva: una porzione di giovanissimi destinata probabilmente a essere sempre più preponderante, vuoi per gli stili di vita sedentari esplosi durante la pandemia e legati all’utilizzo degli smartphone, vuoi per il calo di praticanti che ha travolto alcuni degli sport più popolari, come il calcio e il ciclismo (quest’ultimo anche per via della sempre maggiore pericolosità delle strade). La Cavallerizza è comunque uno dei monumenti dello sport faentino: nacque infatti nel 1864 per volere dell’esercito, che aveva bisogno di strutture in cui fare esercitazioni equestri nei pressi di quello che allora era il confine del Regno d’Italia, posto poco più a nord di Ravenna, in quella che oggi è la frontiera amministrativa fra Emilia-Romagna e Veneto.

Filippo Donati