La Cmc scende in piazza: "Ci salvi il Governo"

Ieri il presidio con 300 lavoratori, poi l’incontro col prefetto. La cooperativa: "Servono fondi pubblici"

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Ultima chiamata per la Cmc, 70 milioni contro 5 miliardi. L’appuntamento era per ieri mattina in piazza del Popolo. Un ‘presidio’ iniziato verso le 9.30 e che alle 10 ha visto arrivare il grosso dei trecento partecipanti, partiti a piedi dalla sede della cooperativa in via Trieste e poi comparsi in piazza da via Diaz. Davanti al gruppo il presidente Alberto Fioretti, i vertici di Legaccop Emilia Romagna (Giovanni Monti) e Legacoop Romagna (Mario Mazzotti). Prima delle 11, l’incontro con il prefetto Castrese De Rosa, presente il sindaco Michele de Pascale e una delegazione della Cmc. "C’è la necessità di trovare nel giro di pochi giorni una soluzione, ancora possibile" ripete la centrale cooperativa.

"Abbiamo un miliardo di lavori in portafoglio – dice il presidente Fioretti – un’esperienza nel settore delle grandi opere che ci invidiano. Chiediamo lo stesso trattamento riservato dallo Stato ad altri colossi nazionali delle costruzioni: un intervento con fondi pubblici per consentirci di chiudere la trattativa aperta con Pavimental".

"E’ incredibile come ormai ci siano più lavori che non imprese capaci di acquisirli e portarli fino in fondo. La Cmc ha una tradizione nelle grandi opere che sono quelle oggi finanziate. Sostenerla oggi significherebbe consentirle di competere con le altre imprese salvate dallo Stato stesso" aggiunge il sindaco de Pascale.

L’ultima speranza è riposta nella riunione messa in agenda dal ministero dello Sviluppo economico per domani, mercoledì. Ma quando è stata fissata non c’era la crisi di governo. "La riunione è rimasta" spiega Fioretti. E ci sarà anche Invitalia, società pubblica che potrebbe intervenire e determinare il salvataggio della coop ravennate.

Per comprendere fino in fondo la posta in gioco, sono utili alcune cifre. Quando si parla "di intervento finanziario dello Stato" si fa riferimento, nell’immediato, " a qualche decina di milioni di euro", diciamo 70. Poca cosa rispetto all’immissione di denaro pubblico per salvare Astaldi.

Il costo del fallimento di Cmc, avrebbe ben altre proporzioni economiche e sociali. Svanirebbero lavori per un miliardo, altre commesse resterebbero incompiute, 3800 dipendenti senza lavoro, 15mila piccole e medie aziende che fanno parte dell’indotto Cmc non incasserebbero più un euro, i soci che a suo tempo hanno investito nella cooperativa vedrebbero i risparmi andare in fumo.

Un calcolo approssimativo fatto ieri mattina, quantificava in 5 miliardi di euro il costo del crack.

Ancora 24 ore, e tanti interrogativi avranno risposta.

lo. tazz.