La commemorazione al gerarca ha connotati chiari

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I pm hanno chiesto l’archiviazione per chi aveva partecipato alla commemorazione del gerarca fascista Ettore Muti, una delle tante che ogni anno a fine agosto si ripete tra polemiche e proteste. Quella manifestazione non costituisce ‘apologia del fascismo’ dicono, ora sarà il gip a decidere. Questo non impedisce alcune riflessioni di carattere politico. I nostalgici ammiratori di Ettore Muti da sempre sostengono di voler ‘solo’ omaggiare un uomo che considerano un eroe. Lo hanno fatto all’inizio, quando all’ingresso del cimitero, per l’occasione, si vendevano busti del duce in miniatura, gagliardetti e spillette inneggianti al ventennio. C’erano le camicie nere, i saluti romani, le discutibilissime omelie di padre Tam. Negli anni, dopo le proteste, gli esposti di chi considerava tutto questo inaccettabile, la commemorazione ha assunto connotati diversi: sono spariti i busti, i vessilli, sono rimaste le camice nere e i saluti romani. La diffida degli eredi di Muti che chiedevano di finirla, è caduta sempre nel vuoto. Fino al trasferimento dei resti del gerarca in un luogo sconosciuto. Attualmente la commemorazione si svolge fuori dal cimitero in forma più discreta, ma dai connotati chiari. L’omaggio a Muti è un pretesto, altrimenti la famiglia avrebbe ricevuto maggiore rispetto. L’obiettivo vero è provocare, creare polemiche, attirare gli antagonisti nella speranza di qualche scazzottata, per finire sui tg nazionali.