
Il bando è scattato in ragione dell’offerta presentata da una finanziaria legata al gruppo Todini Costruzioni. Per farsi avanti, rigorosamente attraverso busta chiusa, serve una cauzione di tre milioni di euro.
Si terrà il 13 giugno alle 12 in tribunale a Bologna, l’udienza per la vendita del ramo d’azienda della Cmc di Ravenna che comprende il marchio, i 597 dipendenti, una serie di infrastrutture, appalti e alcune partecipate: in pratica il cuore del colosso cooperativo ravennate. Se dovessero esserci più offerte, il notaio procederà a una gara tra i contendenti una volta ascoltati due esperti: la commercialista milanese Stefania Chiaruttini, la stessa nominata a Ravenna nell’ambito della procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa. E il professore di economia aziendale Paolo Bastia. Il prezzo di partenza - si legge nel decreto a firma del giudice Pasquale Liccardo - è di 17,1 milioni in virtù di un’offerta vincolante presentata nelle settimane scorse da un acquirente: a quanto emerge da fonti vicine al dossier, si tratta della romana Fin. Mar. Holding Due Spa, finanziaria del gruppo Todini Costruzioni Generali Spa, "azienda leader a livello mondiale - si legge nel sito dedicato - altamente qualificata nella realizzazione di grandi progetti di ingegneria civile quali strade, ferrovie, aeroporti, gallerie, ponti, lavori idraulici, opere e fabbricati".
La vicenda di Cmc, colosso fondato nel 1901 da 35 muratori, è particolarmente complessa perché la cooperativa da cinque si trova in concordato, a cui successivamente si è aggiunta l’apertura di una composizione negoziata. Nei mesi scorsi sembrava che l’unica offerta fino a quel momento presentata e accettata, quella della bolognese Icaro spv srl, fosse sul punto di assorbire il colosso di via Trieste senza doversi confrontare con altre realtà imprenditoriali. Da allora, in attesa di sviluppi, si sono avuti via via slittamenti del procedimento pre-liquidativo innescatosi dopo la relativa richiesta formulata dalla procura nella primavera 2024 in ragione di carenze nei pagamenti del concordato preventivo con continuità aziendale omologato il 29 maggio 2020.
Il bando, oltre a definire cosa significhi aggiudicarsi il ramo Costruzioni, elenca anche tutte le procedure e le tempistiche da seguire per presentare la domanda: l’entità della cauzione ammonta a tre milioni di euro.
La cessione rappresenterà un momento storico per la città visto che - come a suo tempo rappresentato - comprende "la titolarità e il diritto" all’uso di uno dei suoi marchi più conosciuti nel mondo; ’cooperativa muratori e cementisti - Cmc Ravenna’ appunto. Nel complesso non solo il nome, ma anche il brand, l’insegna, gli emblemi, i loghi e i domini degli account di posta elettronica e gli altri segni distintivi di Cmc passeranno di mano. Lo stesso vale per marchi, brevetti e diritti d’autore targati via Trieste. Ma anche diritti su software, semiconduttori, conoscenze di settore, architetture, database, modelli e processi. La società che compera avrà l’avviamento commerciale di Cmc inquadrato come capacità dell’impresa a generare utili grazie alla sua notorietà e alla sua reputazione acquisite a livello planetario.
Del pacchetto fanno parte anche i clienti, la buona immagine, i livelli di formazione e conoscenza della forza lavoro e l’organizzazione dei processi. Non mancano nemmeno i contratti, sia attivi che passivi, del colosso di via Trieste: sia all’estero che in Italia. Lo stesso vale per i rapporti commerciali, di qualsiasi tipo, le relative fruttuosità, redditività e potenzialità di sviluppo. In questo campo sono compresi il portafoglio delle commesse, comprese quelle in attesa di aggiudicazione, di affidamento o in fase di negoziazione; ma anche gli utili e i crediti. Ci sono poi le quote, le azioni e le partecipazioni.