La difesa: "Uccidere così? Solo un ingenuo"

Contestati movente e mancati accertamenti sul dosaggio: "Avrebbe messo più pastiglie". Ma il Pm: "Il caffè avrebbe cambiato sapore..."

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La difesa del cuoco ha altre idee su come si sarebbero svolti i fatti. "In questo processo – ha esordito l’avvocato Marco Malvolti – si è parlato poco del movente. Quando l’ex moglie scopre la seconda famiglia dell’uomo, se lo vuole riprendere. Ci sono audio di 30 minuti in cui dice all’altra donna: "Scarzani è mio". Secondo la difesa "10mila messaggi e svariate ore di audio vocali documentano due anni e mezzo della relazione ripresa dall’imputato con l’ex moglie: hanno una vita regolare, vivono sotto lo stesso tetto, fanno foto sorridenti in vacanza. Insomma, perché Scarzani avrebbe dovuto ucciderla? Il rapporto con la ex, smascherato, era finito a maggio 2019, inoltre non aveva paura di perdere la figlia, dato che con lei i rapporti erano buoni". Altro aspetto contestato, le dosi di farmaco: "Documentate sono 6 di Eliquis e 3 di Carvasin, mai con somministrazione contemporanea", precisa il legale secondo cui gli accertamenti medici non hanno mai specificato la quantità in sovradosaggio: "Si conosce solo il peso netto, tra zucchero e farmaco, ma non sappiamo quanto dell’uno e quanto dell’altro". Il tribunale aveva negato alla difesa una richiesta di perizia in tal senso.

Riguardo alle dosi, "se Scarzani avesse pensato di uccidere con 2,5 o 5 mg di Eliquis sarebbe stato un ingenuo: se uno vuole uccidere non usa il dosimetro, ma sminuzza nel caffè 10-15 pastiglie, forte del fatto che la causa della morte sarebbe stata attribuita a un farmaco che la signora già assumeva. Scarzani è un cuoco, non certo in possesso di conoscenze medico-scientifiche tali da renderlo un super criminale". Perché, inoltre, utilizzare L’Eliquis, "tra gli anticoagulanti il meno tossico, che può portare a morte per assunzioni prolungate di oltre un anno, e non cumadin o eparine?". Mentre il Carvasin, "assunto per bocca, viene distrutto per l’80-90%". "Dieci o 15 pastiglie avrebbero alterato il sapore del caffè – la replica del Pm D’Aniello –. L’Eliquis, inoltre, era un farmaco blindato, poteva avere quello e non altri, altrimenti il medico che lo somministrava si sarebbe insospettito. Il Carvasin è stato trovato in casa di Scarzani, da un blister mancavano 4 pastiglie: dove erano finite?". Il secondo legale, avvocato Marco Valeri, contestava gli stupri: "All’inizio, ai carabinieri, delle violenza sessuale non dice nulla. Poi al processo ne riferisce 3-4 a settimana, 60 in sei mesi, che rendono il racconto poco credibile". "Due gravidanze indesiderate con successivi aborti: ecco la prova delle violenze", la replica del Pm.