La fuga di Boris da Odessa E l’omaggio di Gazzolo a Dante

Seconda giornata del festival dedicato al sommo poeta. Tanti eventi a ingresso libero agli Antichi chiostri francescani. In serata Gazzolo protagonista di ’Dulcissimum hydromellum’

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Seconda giornata del festival di Dante2021+1, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca e quest’anno intitolato "per quella pace ch’i’ credo che per voi tutti s’aspetti" (ingresso libero). La seconda giornata di eventi – tutti agli Antichi Chiostri Francescani – si apre con alle 17 il reading di Boris Chersonskij delle sue poesie legate all’Italia, intitolato "Non c’è bisogno di Virgilio per mostrare al forestiero l’inferno", uno dei moltissimi versi che il poeta ha dedicato alla nostra penisola, già visitata nel 2008 grazie alla Fondazione Brodskij (la stessa che quest’anno ha reso possibile il suo arrivo in Italia, dopo che il conflitto in corso l’ha costretto a lasciare Odessa, nella cui Università ha la cattedra di Psicologia analitica).

Nel corso del proprio soggiorno italiano, Chersonskij ha scritto circa sessanta poesie, una al giorno, un diario in versi in cui racconta la penisola e soprattutto la città che è diventata per lui un’ossessione ("scacciatemi, fino alla città di Roma, alla cara Italia"), finendo per rappresentare un’altra patria, intellettuale e culturale. Lo accompagna, come traduttore, lo slavista Marco Sabbatini dell’Università di Pisa.

A seguire Roberto Rea, docente di Filologia della letteratura italiana presso l’Università Tor Vergata di Roma, è affiancato dalle letture di Vincenzo De Angelis nel presentarci…un amico-avversario di Dante. Rea – la cui attività di edizione e interpretazione spazia dalla lirica stilnovista e dantesca a Leopardi, Montale, l’ecologia della letteratura – dedica infatti l’incontro a Guido Cavalcanti, per l’appunto "il primo de li miei amici", come Dante lo definì nella Vita nuova che gli dedicò. A unirli fu un intenso sodalizio umano e letterario, a cui seguì una decisa frattura politica e poetica; sul rapporto fra i due molto è stato scritto, ma Rea porta nuove analisi e una più precisa interpretazione del “dissidio”, la cui eco risuona nel X canto dell’Inferno, quando Dante ne incontra il padre Cavalcante de’ Cavalcanti, condannato tra gli epicurei.

Alle 21 l’appuntamento è con ‘Dulcissimum hydromellum’ di Virginio Gazzolo, che ritorna a Ravenna per mettersi alla prova con le originalissime tesi che Dante mise in campo a favore della lingua volgare nel ‘De vulgari eloquentia.’ Il testo procede da un’analisi, per il tempo assolutamente innovativa, dei dialetti italiani, alla ricerca del dialetto più gentile ed efficace che possa prevalere sugli altri e unificare il parlare della penisola; una lingua di cultura che sappia mettersi alla pari con il latino, al tempo unico e assoluto protagonista della letteratura, della filosofia, delle scienze. E quale migliore trappola per la sfuggente pantera che quella della poesia? A curare la “postfazione” allo spettacolo sarà lo stesso Domenico De Martino, direttore artistico di Dante2021+1.