La grata di ottone del confessionale

I parroci di campagna di una volta gestivano per il loro sostentamento i beni della prebenda, consistenti in qualche podere. Perciò, oltre che pastori d’anime, erano proprietari, cioè padroni di fondi a mezzadria e a volte nascevano contrasti tra contadini e parroco per motivi economici. Un mezzadro, in lite col padrone, cioè il parroco, durante una veglia, alzando il pugno affermò: "A végh a là e a j dag un pógn int e’ val" (Vado là e poi gli do un pugno nel setaccio o vaglio). Che poi era la grata forata del confessionale che riveste un ruolo sacro e spirituale: in un soffio di parole quante storie sofferte, quanti pentimenti, hanno celato quelle grate di ottone traforate da antichi artigiani. Ma per i contadini era solo ‘e’ val’.