REDAZIONE RAVENNA

La guerra delle slot Chiusa perché troppo vicina al cinema La sala giochi fa ricorso

È all’interno del Cinemacity, il Comune aveva ottenuto lo stop dal Tar. Ora il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva . della proprietà: fino all’udienza il locale resterà aperto.

La guerra delle slot Chiusa perché troppo vicina al cinema La sala giochi fa ricorso

I titolari della sala slot all’interno del complesso di Cinemacity in via Secondo Bini non si arrendono: hanno deciso di presentare ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Comune di Ravenna che ne aveva chiesta la chiusura, perché troppo vicina a un luogo ‘sensibile’, il cinema appunto. La Quarta sezione ha accolto l’istanza presentata dai titolari della sala per chiedere la sospensione della sentenza del Tar Emilia Romagna che confermava la richiesta di chiusura del Comune. L’udienza in Consiglio di Stato è fissata per il 15 giugno e quindi fino ad allora la sala slot potrà continuare la propria attività. La data dell’udienza è infatti sufficientemente vicina da non aver richiesto, si legge nell’istanza, una chiusura della sala in attesa della sentenza definitiva.

Nel dicembre del 2022 il Tar aveva respinto il ricorso della Allstar srl contro la chiusura di una delle sue sale gioco in via Secondo Bini decisa dal Comune perché a meno di cinquecento metri da un luogo considerato sensibile secondo la normativa regionale.

La legge del 2013 vieta infatti la presenza di sale gioco o di slot a una distanza inferiore di 500 metri da luoghi di aggregazione come scuole, parchi pubblici, teatri, musei, cinema, chiese. La sentenza del Tar aveva dunque confermato la presenza delle sale cinematografiche tra i luoghi in questione, proprio perché frequentate da giovani, adolescenti e persone anziane. E infatti il cinema dista dalla sala slot in questione solo 260 metri. I titolari della sala avevano però contestato da subito la decisione del Comune che aveva inserito i cinema tra i luoghi cosiddetti sensibili.

All’epoca la Allstar aveva sottolineato anche la mancanza di luoghi dove poter trasferire l’attività, sostenendo che solo in uno 0,03 % del territorio comunale ravennate era possibile aprire un’attività di quel genere. Percentuale poi smentita dal Comune che aveva spiegato come la percentuale di territorio è invece pari al 2,6%.

Inoltre la normativa regionale contro la dipendenza dal gioco d’azzardo legalizzato, prevede per le attività che devono trasferirsi in altra sede un periodo di proroga di sei mesi a cui, se è necessario, se ne possono aggiungere altri sei.

Dal 2018 sono 22 su un totale di 32 le sale slot, agenzie di scommesse, e sale bingo che sono state chiuse sul territorio ravennate perché troppo vicine a luoghi sensibili. La legge regionale chiedeva a ogni Comune di realizzare una mappatura dei luoghi da preservare e di verificare se fossero troppo vicini alle sale gioco. Ravenna tra i suoi ha inserito anche i monumenti Unesco. I numeri cambiano se ci si sposta sulle tabaccherie, sui circoli e più in generale su tutti quegli esercizi pubblici che al loro interno ospitano uno o più apparecchi di gioco con vincite in denaro. In questo caso gli esercizi sul nostro territorio risultano circa 170. Per loro nessun obbligo di chiusura, ma quei locali che si trovano all’interno della mappa del Comune non potranno, quando arriverà il momento, rinnovare la concessione per continuare a tenere le ‘slot.

a.cor.