MONIA SAVIOLI
Cronaca

La lettera di una studentessa lughese scuote il mondo della scuola

Affissa in più punti al liceo scientifico, parla del disagio giovanile. Divenuta virale online, le hanno risposto i ragazzi dello Stoppa

Due studentesse delle scuole superiori (repertorio)

Due studentesse delle scuole superiori (repertorio)

Lugo (Ravenna), 11 maggio 2025 – I contenuti di quella lettera indirizzata al corpo insegnante, così profonda, toccante ma anche amara, sono finiti anche sulla pagina Instagram di Enrico Galiano, scrittore, docente e influencer. A scriverla una studentessa del liceo scientifico Ricci Curbastro di Lugo, Anna, che l’ha affissa, firmandola, alle bacheche della scuola, nelle classi e nella zona della presidenza per denunciare un disagio. "Dentro questa lettera – scrive Galiano online – c’è tutto il dolore sommerso di chi ogni giorno entra in classe con la voglia di capire, di crescere, di trovare un senso — e ne esce svuotato".

"Professori, ci vedete?". Quella lettera e il bisogno di accendere fuochi – di Massimo Pandolfi

Quella lettera lui l’ha ricevuta dalla madre di uno degli alunni del liceo che, come altri, non vogliono che il grido lanciato dalla studentessa venga imbavagliato da timori e burocrazie. "Cari professori – scrive Anna nel testo – è quasi un peccato essere arrivati così in basso da trovar necessario scrivere una lettera, ma non vedo soluzione. Secondo la cultura giapponese ogni persona dovrebbe possedere un ikigai, cioè uno scopo nella vita, quel qualcosa che ti fa svegliare la mattina. Bene, io l’avevo trovato nello studiare. Lo facevo con passione, quasi devozione (…). Poi ho iniziato a comprendere, ogni giorno di più, che non imparo nulla di utile, non mi viene spiegato nulla in modo appassionante, non vengo mai ricompensata per il duro lavoro. Quando arrivo a casa e devo aprire il libro per studiare mi viene da piangere, sento la mia mente chiudersi, bloccarsi".

La lettera prosegue elencando stati d’animo e affermando soprattutto la necessità di essere "vista", oltre i voti, oltre le verifiche. L’attacco agli insegnanti è scritto con un garbo che però non ammorbidisce la portata delle parole. "Ho delle domande per tutti voi, siate sinceri almeno con voi stessi – scrive in chiusura –. Perché insegnate? Quando ci guardate cosa vedete? Credete che essere insegnanti sia un lavoro sociale?".

La lettera, fotografata e postata, è divenuta virale. Al punto da raggiungere anche gli studenti dell’istituto professionale Stoppa. I ragazzi e le ragazze della 3° e della 4° Erss due giorni fa hanno deciso di rispondere ad Anna dedicandole a loro volta una lettera intitolata ’Noi ti vediamo...’. "Le tue parole ci hanno scosso profondamente – scrivono – come un pugno allo stomaco e, allo stesso tempo, come una carezza che arriva da qualcuno che finalmente ha trovato il coraggio di dire ad alta voce quello che tanti tengono dentro in silenzio. Vogliamo dirti subito una cosa, la più importante: Ti abbiamo vista".

Nello scritto gli studenti delle due classi ammettono di aver provato gli stessi sentimenti, fino a quando qualcosa è cambiato. "Non vogliamo dire che tutto ora sia perfetto perché nessun luogo lo è. Ma noi – spiegano – abbiamo incontrato adulti, professori veri, che ci hanno insegnato una cosa fondamentale: nessun insegnamento vale qualcosa se non parte da una relazione. I nostri prof. Ci ascoltano davvero. Ci conoscono per nome, conoscono le nostre storie, sanno quando siamo tristi anche se non lo diciamo. Ci aiutano a rialzarci quando cadiamo e ci ricordano ogni giorno che valiamo anche quando noi non lo vediamo". Infine: "Speriamo che qualcuno, nella tua scuola legga davvero la tua lettera con il cuore. Speriamo che un adulto si fermi, ti guardi negli occhi e dica "Hai ragione, scusaci. Cominciamo da capo". E se nessuno lo fa, allora fallo tu, per te stessa. Non smettere di crederci. Mai".