La lezione di Ermal Meta, innamorato dell’italiano

Ci voleva questo menestrello albanese per riscoprire la bellezza, la ricchezza e la musicalità della nostra lingua. È successoa Fusignano, nella rassegna ScrittuRa Festival Ermal Meta ci ha dato una lectio magistralis sulla nostra lingua e sulla storia dell’ Albania (orrori della dittatura compresi) presentando il libro in cui descrive la sua scoperta dell’ italiano (‘Domani e per sempre’). Con umiltà, con semplicità, quasi con leggerezza, in senso calviniano, ci ha spiegato il suo percorso di vita. Fino a 16 anni cresciuto in Albania, poi approdato a Bari credendo di conoscere la nostra lingua come tanti albanesi che ascoltavano la radio e la tv italiana. Gratuitamente e continuamente: era l’unico svago per questo popolo tenuto prigioniero dal feroce regime stalinista che proibiva le mode occidentali (e le lingue). In Italia, a scuola, frequentata nonostante le inevitabili difficoltà, scopre veramente la nostra lingua, la sua bellezza. Un contrasto stridente con quella materna molto più povera di parole e musicalità, un particolare fondamentale per chi ha scelto di seguire la vocazione che sente di avere: suonare, cantare e, soprattutto, comporre.

Grazie a Ermal, che in albanese significa vento della montagna, è entrata un po’ di aria fresca dai Balcani nella cucina ormai stantia della nostra lingua che stenta a rinnovarsi, invasa quotidianamente da una marea di anglicismi.

Angelo Ravaglia