FILIPPO DONATI
Cronaca

La mappatura dell’eternit: "Entro settembre i dati"

Completato il censimento della sostanza nel territorio dell’Unione faentina. L’assessore Ortolani: "Dopo l’estate valuteremo le aree dove intervenire".

L’eternit sul tetto di un’abituazione faentina (foto Tedioli)

L’eternit sul tetto di un’abituazione faentina (foto Tedioli)

E’ stata completata la mappatura della presenza di eternit sul territorio dei sei comuni dell’Unione della Romagna faentina. Durante l’autunno 2024 e ad inizio 2025 i droni di un’azienda pescarese specializzata in rilevazioni dall’alto si sono alzati in volo in tutto il territorio della Romagna faentina, alla ricerca del temutissimo cemento-amianto che per alcuni decenni rappresentò il materiale edilizio fra i più a buon mercato, salvo poi rivelarsi pericolosissimo per la salute nel momento in cui va in frantumi e le sue microscopiche porzioni possono essere inalate.

E’ stata proprio la tipica forma ondulata con cui si presenta l’eternit a consentire ai droni di individuarlo nella galassia dei tetti che popolano città e campagne. Non esistono ancora dati certi sulla presenza sul territorio, in metri quadrati, di lastre e pannelli di eternit. "L’obiettivo è avere quei dati entro a settembre, per poterne disporre nella cornice del Piano urbanistico generale – spiega l’assessore ad Ambiente e Urbanistica Luca Ortolani –. Il punto di caduta non è ovviamente pubblicare i dati dei singoli tetti, ma avere una mappatura delle aree più critiche, dove sono più necessari interventi specifici. A settembre avremmo acquisito i dati di tutti i sei comuni, uniformati in termini leggibili. A quel punto valuteremo le aree di intervento prioritarie, sulle quali confrontarci con Ausl Romagna, Hera, e con le associazioni di categoria. Il fine è quello di valutare incentivi in modo che i privati procedano a rimuovere le coperture in eternit più problematiche. Già adesso nel Rue sono previste scontistiche negli oneri se si attivavano rimozioni anche nelle case private. La misura ha tuttavia funzionato poco: per questo va messa in campo una riflessione, per capire maggiori margini di efficacia. Le associazioni di categoria probabilmente hanno visto un collo di bottiglia nella procedura".

Ad oggi esiste un protocollo per i soggetti privati: fino a un certo quantitativo di bancali è possibile rimuovere l’eternit e conferirlo, o prenotarne il ritiro. "Se la copertura è in buono stato, non è frammentata, non si ha necessità di rimuoverlo immediatamente, ma solo in occasione di un intervento edilizio", aggiunge l’amministratore. L’identikit del tetto in eternit è comunque piuttosto delineato: "Si tratta nella maggior parte di due macroinsiemi, e cioè le coperture di capannoni industriali, e i tetti di piccole unità costruttive che affiancano le abitazioni, quali garage esterni, depositi, tettoie e ricoveri per attrezzi. Era del resto il materiale più economico: ad ogni modo solo raramente l’eternit fu utilizzato come copertura di abitazioni".

Più in generale, le foto realizzate dall’alto dai droni sono state utilizzate di recente anche per un progetto sulle isole di calore, e verranno messe in campo nel prossimo futuro anche per approfondimenti geologici e naturalistici.

f.d.