La Marabina minacciata dai canneti

La rigogliosa vegetazione dell’argine specie durante le giornate ventose arriva sull’adiacente corsia

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Le canne al vento qui non hanno niente a che fare con il celeberrimo romanzo di Grazia Deledda. Siamo sulla Marabina, la strada che dall’abitato di Ponte Nuovo porta verso Lido di Dante: e la canne al vento non sono un concetto metaforico, ma reale, tangibile, concreto. A meno di non scegliere lo sterrato sull’argine dei Fiumi Uniti o di passare da Lido Adriano imboccando viale Manzoni fin oltre il ponte, la strada in questione peraltro è l’unica che consente di guadagnare la cittadina rivierasca che, a volere rimanere sul solco letterario, prende il nome del Sommo Poeta. Se ne intuisce presto l’importanza insomma, tanto più che l’ambiente naturale circostante la rende particolarmente gradita ai ciclisti.

Ed è a questo punto che si arriva alle canne: il clima particolarmente asciutto e le brevi ma concentrate precipitazioni ne devono avere facilitato la proliferazione sulla scarpata esterna dell’argine fino a ridosso della strada. A tratti una imponente quanto suggestiva parete vegetale che però, specialmente durante le giornate ventose, s’agita in obliquo fino a riversarsi su parte dell’adiacente corsia. L’effetto è chiaro: i veicoli, specie in prossimità delle curve perdono la piena visibilità della Marabina. E i ciclisti - o i motociclisti - talvolta per scansarle devono scartare pericolosamente verso il centro delle carreggiata. Un congruo sfalcio darebbe certamente più sicurezza alla strada lasciando le canne al vento solo alle pagine della Deledda.