REDAZIONE RAVENNA

La memoria di uno chef. La famiglia mette all’asta i ricordi di Antonio Mazzetti

Nel 2024 il titolare della Taverna San Romualdo morì in un incidente. Venerdì il ristorante riapre per un’occasione speciale e simbolica.

Nel 2024 il titolare della Taverna San Romualdo morì in un incidente. Venerdì il ristorante riapre per un’occasione speciale e simbolica.

Nel 2024 il titolare della Taverna San Romualdo morì in un incidente. Venerdì il ristorante riapre per un’occasione speciale e simbolica.

Venerdì 13 giugno, alle ore 15, la Taverna di San Romualdo riaprirà le sue porte per un’occasione speciale e profondamente simbolica. A otto mesi dalla tragica scomparsa di Antonio Mazzetti, noto e amatissimo ristoratore ravennate, la sua famiglia ha deciso di onorarne il ricordo con un’asta pubblica dei beni appartenuti allo chef. Un’iniziativa che nasce non solo dall’impossibilità di proseguire l’attività dopo il lutto, ma soprattutto dal desiderio di condividere con la comunità quanto Antonio ha lasciato dietro di sé: non solo oggetti, ma tracce di una vita intensa, appassionata e generosa.

Mazzetti è morto il 13 ottobre 2024, all’età di 58 anni, in un incidente in moto, lungo via Sant’Alberto, dopo essersi scontrato con un trattore. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo nel mondo della ristorazione locale, dove era riconosciuto per l’umanità, la cultura e l’instancabile impegno nel valorizzare le eccellenze gastronomiche del territorio romagnolo, dalle valli al mare.

All’asta saranno battuti una trentina di quadri che arredavano la Taverna, firmati da artisti di rilievo come Gaetano Giangrandi, Giulio Ruffini (autore anche di un intenso ritratto a carboncino dello stesso Antonio), Enzo Marino, Giuliano Zecchini, Marcello Placci e Romano Mussolini. Opere – con basi d’asta che vanno da un centinaio fino a 1200 euro per Giangrandi – che raccontano la sensibilità artistica di Mazzetti e il legame profondo con la cultura visiva della sua terra.

Ma non solo arte: saranno messi in vendita anche arredi, attrezzature da cucina, oggetti curiosi come un’antica stadera (una bilancia a bracci), piatti storici, utensili e una preziosa selezione di vini. Pezzi unici, carichi di storie, capaci di evocare l’atmosfera viva e accogliente della Taverna, che per anni è stata un punto di riferimento per buongustai, artisti, intellettuali e amici.

L’asta – affidata all’Ivg, l’Istituto vendite giudiziarie di via Canala a Ravenna – non sarà solo un momento di vendita, ma una vera festa della memoria, aperta a tutti: a chi ha conosciuto Antonio, a chi ha avuto il privilegio di assaporare i suoi piatti, ma anche a chi non lo ha mai incontrato e desidera avvicinarsi al suo mondo. Il giorno del funerale, molti colleghi si presentarono vestiti da chef, in segno di affetto e rispetto. Ora, quel gesto di comunanza si rinnova in un’occasione diversa, ma altrettanto carica di emozione: un invito collettivo a tenere viva la fiamma di un uomo che ha saputo fare della cucina un’arte e della convivialità un gesto d’amore.

Lorenzo Priviato