FILIPPO DONATI
Cronaca

La messa in sicurezza. Lamone e Marzeno, tre casse di espansione e un’area allagabile

Il presidente dell’Emilia-Romagna ha illustrato i quattro interventi previsti. Quest’anno le progettazioni, mentre i lavori potrebbero partire già nel 2026.

Un nome e un cognome: era quello che aveva promesso il presidente dell’Emilia Romagna Michele de Pascale agli alluvionati che chiedevano certezze circa la messa in sicurezza del Lamone. Ai comitati arrivati alla sede della Regione per consegnare le 20mila firme raccolte nei comuni attraversati dal fiume, il presidente ha indicato quello che è stato progettato per ridisegnare la Romagna nel futuro.

"Gli interventi sono quattro – esordisce de Pascale – tre casse d’espansione e un’area allagabile: le prime a monte di Faenza, l’ultima posta immediatamente a valle, tra Faenza e Reda". È a sud di Faenza, in direzione dell’Appennino, l’area più martoriata dalle alluvioni che hanno colpito la Romagna fra 2023 e 2024, che la geografia cambierà maggiormente. "Subito a sud di Faenza abbiamo messo a punto una cassa d’espansione posta su entrambi i lati del Lamone, a ovest troverà spazio nelle vicinanze del cimitero, e a est tra il corso del fiume e quello del Marzeno. Parliamo di un’estensione di almeno cinquanta ettari, abbinata a un nuovo argine a protezione del quartiere dell’Orto Bertoni".

Ma non è tutto: "Più a monte, in direzione dell’Appennino, verranno realizzate due casse d’espansione a servizio rispettivamente del Lamone e del Marzeno, per un totale di circa cento ettari d’estensione". Il quarto intervento coincide infine con un’area allagabile prevista nelle campagne tra Faenza e Reda: "Verrà alimentata direttamente dal fiume in un punto in cui l’argine sarà più basso. Quelle acque saranno poi smaltite dalla rete consortile". L’area in questione potrà rimanere a destinazione agricola, mentre quelle in cui sorgeranno le tre casse d’espansione saranno acquisite dalla Regione. "A metà giugno terremo un’assemblea pubblica a Faenza per spiegare i progetti nel dettaglio, insieme ai sindaci dei quattro comuni. Perché questi interventi – è bene sottolinearlo – benché siano tutti geograficamente posti a Faenza, sono progettati per proteggere tutte le comunità attraversate dal Lamone, da Russi a Bagnacavallo, per arrivare a Ravenna".

Michele de Pascale ha dato rassicurazioni sui tempi di realizzazione: il 2025 sarà dedicato alle progettazioni, mentre i lavori potrebbero cominciare già nel 2026; la Regione si è infatti detta disponibile ad anticipare le risorse in attesa che arrivino quelle governative. Un interrogativo riguarda il numero di abitazioni che dovranno essere espropriate: il dato definitivo emergerà in sede di redazione dei progetti, ma è già stimato "tra le poche unità e le varie decine".

Filippo Donati