"La moda? È contaminazione e colore"

Lo stilista lughese Gabriele Pasini veste celebrità di cinema e tv, tra cui lo chef e giudice di Masterchef Bruno Barbieri

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Ama definirsi maestro d’arte prima ancora che stilista: già, perché Gabriele Pasini, originario di Lugo e modenese d’adozione, è diplomato al ‘Ballardini’ di Faenza e non ha mai dimenticato la sua formazione nella ceramica, al punto che oggi annovera la maiolica faentina tra le sue principali fonti d’ispirazione.

Ferreo sostenitore della necessità di una contaminazione fra arte e moda, Pasini veste diverse celebrità di cinema e tv, tra cui lo chef e giudice di Masterchef Bruno Barbieri.

Gabriele Pasini, quando ha capito che il suo futuro sarebbe stato nella moda?

"Credo di averlo sempre saputo. Quando torno a trovare mia madre, che vive ancora a Lugo e ha 90 anni, mi racconta sempre che, da piccolo, correggevo la sartina del paese, dandole indicazioni su come realizzare i revers delle mie giacche e la lunghezza dei pantaloni. Nessuno, in famiglia, mi ha tramandato questa passione: ero io ad avere il ‘fuoco’ dentro".

Cosa ricorda dei suoi studi a Faenza?

"È lì che ho scoperto la bellezza delle proporzioni, il senso di armonia che domina il mondo, regolando gli edifici, gli oggetti, i corpi umani. Fin da quando ero un giovane apprendista nelle botteghe dei più noti sarti partenopei ho sempre amato sperimentare, ma senza rinnegare la mia ‘base’ classica, la cultura e la tradizione italiana".

Più di 25 anni fa ha scelto Modena per aprire la sua prima boutique monomarca. Cosa la affascina della città?

"Vivo qui da 40 anni: Modena è una città meravigliosa, come lo sono tutte le nostre città d’arte. Penso a Bologna, alla stessa Ravenna. Il mio unico rimpianto è che sono ancora poco valorizzate".

Come potrebbero essere ulteriormente valorizzate?

"Parlo ogni giorno con tanti stranieri e, mi creda, tutti vorrebbero essere noi. Non c’è una sola persona, fuori dai confini italiani, che non adori la nostra eleganza, il buon gusto, i tesori delle nostre città e, ovviamente, la nostra cucina. Eppure non siamo ancora riusciti a capitalizzare questo immenso valore".

A proposito di cucina, il suo rapporto con lo chef Barbieri è ormai un vero e proprio sodalizio.

"Siamo amici da anni, è lui il mio principale testimonial. Passiamo interi pomeriggi a parlare di quanto sia importante la ricerca sulle materie prime, in cucina e nella moda. Come io adoro viaggiare e guardarmi intorno per scoprire nuove fonti d’ispirazione, così un bravo chef gira il mondo alla ricerca di spezie e ingredienti inediti per condire i suoi piatti".

Una delle sue più recenti collezioni realizzate, infatti, prende spunto proprio dallo street food.

"È una collezione molto colorata: noi italiani siamo fatti di colore, il made in Italy è colore. E le nostre strade ne sono l’esempio".

Eppure, gli addetti ai lavori sostengono che, tra gli effetti a lungo termine della pandemia, ci sia anche una certa sciatteria nel vestire: una critica insolita per noi italiani. "Guardiamo al lato positivo: l’emergenza Covid ha ampliato il nostro guardaroba, introducendo alcuni capi ‘no stress’ (il titolo che Pasini ha dato alla sua collezione primavera-estate 2022, ndr), come le felpe sportive o le giacche ampie e morbide. Sono sinonimo di una quotidianità più rilassata. Ma se lo lasci dire da me, che ho un negozio nel centro di Modena e ricevo feedback quotidiani dai miei clienti: felpa e piumino tecnico non riusciranno a scalzare giacche e cappotti".

Maddalena De Franchis