"La nave di Teodorico arriverà entro l’estate" Ma per restaurarla serviranno anni

Verrà collocata in un deposito temporaneo, messo a disposizione dal Comune, e vigilata a vista, in attesa che venga ristrutturato l’apposito padiglione destinato ad accogliere lo scafo al museo Classis. La Soprintendenza: "Il pubblico potrà assistere al recupero"

Migration

di Carlo Raggi

La ‘nave di Teodorico’ è in discrete condizioni nel suo guscio di vetroresina allestito al momento del ritrovamento, nel novembre del ‘98, e con il legno imbevuto di ‘peg’, ovvero glicole polietilenico. Al momento è ancora ricoverata all’ingresso del padiglione navale attiguo al Museo del Mare, a Comacchio, di fronte alla vasca in cui pure è alloggiata la ‘barca di Comacchio’ portata alla luce a Valle Ponti ben 32 anni fa e anch’essa ancora da restaurare. Lo stato di salute dell’imbarcazione, datata fra il V e il VI secolo, è stato accertato dopo un sopralluogo dei funzionari del Ministero coinciso peraltro con l’esplosione della pandemia, nella primavera del 2020, e ciò ha rallentato i successivi passaggi.

Un dato fondamentale, questo sulle condizioni dell’importante reperto archeologico (parte del fasciame di un’imbarcazione probabilmente lunga, quando navigava, una quindicina di metri, trovato sepolto sotto sette metri di torba e sabbia nei pressi del Mausoleo del re degli Ostrogoti) necessario per dar corso, finalmente, al suo trasferimento verso Ravenna da dove era partito, per Comacchio, a febbraio del 1999. E questo percorso all’inverso "molto probabilmente dovrebbe avvenire al massimo entro l’estate": è la previsione, ma anche l’auspicio, della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna dove la recentissima nomina del nuovo Soprintendente, Federica Gonzato, sta indubbiamente facilitando il lavoro di raccordo con il Ministero, peraltro sempre assiduamente coltivato nei mesi di vacanza della dirigenza. Ma il ritorno della barca a Ravenna è solo un primo passo, mentre la collocazione al museo di Classe e il contestuale restauro completo sono quelli successivi e il tempo necessario per giungere all’atto finale può esprimersi solo in termini di alcuni anni. Oltretutto si tratta di passaggi in cui le competenze appartengono a enti diversi: Soprintendenza e Ministero per il trasferimento e il restauro completo, Amministrazione comunale per i lavori a Classe.

Vediamoli in dettaglio questi passaggi. L’iter di ritorno della barca ha avuto inizio, secondo la ricostruzione svolta dal ministro Franceschini rispondendo a una interrogazione della senatrice 5 Stelle Michela Montevecchi, nel giugno 2017 quando a Comacchio fu predisposto il progetto per restaurare ed esporre la ‘Fortuna Maris’ affiorata a Valle Ponti. Per dar corso all’intervento era (ed è) necessario ristrutturare il padiglione navale e condizione imprescindibile, quindi, era (ed è) la rimozione della ‘nave di Teodorico’, già sottoposta a un primo restauro nel 20052006 e poi sostanzialmente ‘dimenticata’. Fu allora, cinque anni fa, che il Comune di Comacchio e la Soprintendenza archeologica di Bologna (all’epoca competente) invitarono Ravenna a riprendersi il proprio reperto. Spiega Massimo Sericola, responsabile del settore archeologico della Soprintendenza di Ravenna: "I funzionari dell’Istituto centrale del restauro, cui il Soprintendente Cozzolino aveva chiesto una verifica dello stato dell’imbarcazione e della gabbia di ferro che sostiene il guscio in vetroresina, espressero un giudizio positivo, ai soli fini dello spostamento in sicurezza, ma indicarono la necessità di alcune verifiche preliminari alla rimozione".

Verifiche svolte da una società specializzata del settore che a fine anno ha consegnato la relazione alla Soprintendenza ravennate confermando il parere positivo all’operazione ‘trasferimento in sicurezza’. E questo dovrebbe avvenire, come detto, "entro l’estate". Ma dove finirà la barca? In un deposito temporaneo, messo a disposizione dal Comune, un bunker che sarà vigilato per evitare vandalismi, in attesa che venga ristrutturato l’apposito padiglione che dovrà ospitarla al museo di Classe. Sono lavori su un ambiente lì già individuato, ma completamente grezzo, di competenza del Comune e che il Ministero, come si sa, ha già finanziato destinandovi gran parte dei due milioni e mezzo di euro stanziati per Ravenna. "Solo una volta che l’imbarcazione avrà trovato alloggio definitivo, potremo dar corso al completo restauro e per quanto possibile, l’orientamento è quello di eseguirlo in un ambiente in cui possa accedere anche il pubblico" spiega Sericola. E anche di questo si dovrà tener conto nella ristrutturazione del ‘Classis’. A quel punto per la Soprintendenza si tratterà anche di reperire i finanziamenti necessari per il restauro, perché quelli attualmente a disposizione riguardano il trasferimento del reperto. Aggiunge Sericola: "Nel tempo in cui la barca sarà alloggiata al deposito temporaneo, noi proseguiremo con indagini diagnostiche ancor più approfondite sullo stato del relitto e dei restauri del 2005 per predisporre così il progetto per il restauro completo. Si tratterà di un intervento molto complesso perché particolare e complessa è la struttura su cui si dovrà operare e anche questo ovviamente inciderà sui tempi".