La notte del rap accende Russi "La sfida: cantare con l’orchestra"

Ravenna Festival, Claver Gold a Palazzo San Giacomo con la ‘Corelli’: "Vi spiego che serata sarà"

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È il rapper marchigiano Claver Gold, nome d’arte di Daycol Orsini, il protagonista della ‘Notte del rap’ che il Ravenna Festival celebra a Palazzo San Giacomo a Russi, alle 21.30. Con lui sul palco l’Orchestra Arcangelo Corelli – con direzione e arrangiamenti musicali di Carmelo Emanuele Patti – che, con i classici archi, ottoni e legni, conferirà tinte piene e impasti imprevedibili alle rime rap d’autore in grado di valorizzare le parole (Info 0544- 249244. Biglietti: posto in piedi 15 euro (under 18, 5 euro).

Claver Gold, che serata sarà?

"Lo spettacolo sarà diviso in due parti. Nella prima, quella più lunga, ci sarà il concerto vero e proprio con l’Orchestra, mentre nella seconda il rap sarà protagonista fino al gran finale".

Per lei è un ritorno a Ravenna dopo la serata dell’anno scorso con Murubutu all’Arena di Classis, ma sarà la sua prima volta al Ravenna Festival…

"Sì e ne sono entusiasta, anche perché trovo incredibile l’opportunità di abbinare il mio rap con la musica sinfonica dell’Orchestra".

Insieme a Murubutu, lo scorso anno, ha deciso di confrontarsi con l’opera del Sommo Poeta. Com’è nata l’idea di un disco insieme, ‘Infernum’?

"L’idea era nell’aria già da alcuni anni ma non si concretizzava a causa dei reciproci impegni. Poi, a un concerto a Venezia, gli ho proposto questo viaggio all’Inferno, un po’ come se fossimo Dante e Virgilio. Lui mi ha guardato stupito, dicendomi che forse era davvero troppo… Così, ho ridimensionato il progetto, trovando un piano di lettura più contemporaneo, grazie al personaggio minore della prostituta Taide di cui abbiamo raccontato la storia".

In un anno e più di live, qual è stato il riscontro?

"Ci ha fatto molto piacere scoprire che c’è interesse per un rap diverso, che cerca di raccontare qualcosa, e che per farlo studia a fondo un determinato argomento. Non come a scuola beninteso, ma può essere interessante e generare riflessioni su una molteplicità di temi sociali, quali la prostituzione, la dipendenza da sostanze, l’individualismo…"

Nel futuro ci sono l’uscita, il 16 settembre, del nuovo ‘Questo non è un cane’ e poi il tour invernale. Che tipo di disco sarà?

"Il titolo evoca il ‘Questa non è una pipa’ di Magritte. Questo disco nasce dal bisogno di raccontare e raccontarmi, trattando temi delicati che spesso nel rap non vengono presi in considerazione, ma restando sempre dalla parte della gente, soprattutto di chi è in difficoltà. Ci ho messo due anni per terminarlo e contiene la parte di me più consapevole, tra sofferenza, amore, paura e libertà".

Roberta Bezzi