Una notte col fiato sospeso, di nuovo. Svegli, a consultare gli aggiornamenti online, a controllare il fiume dal ponte delle Grazie sotto a una pioggia che non dà tregua. A cercare inutilmente di prendere sonno su una brandina al PalaBubani, chiedendosi se casa propria è ancora come la si è lasciata - pulita, in ordine, accogliente. Non sarebbe strano trovarla nell’altro modo, ovvero ricoperta di fango: il ricordo è fresco, forse più fresco della melma che avanza piano in via Ponte Romano e in via Lapi, dove i tombini sono allo stremo e fanno il contrario di ciò che dovrebbero.
Nella notte tra mercoledì e ieri circa a 20mila faentini è stato chiesto di evacuare o salire ai piani alti. Sono tutti quelli che hanno avuto l’acqua in casa il 16-17 maggio 2023, da via Cimatti alla Bassa Italia, da via Lesi a via Ponte Romano, dall’Orto Bertoni a via San Martino, dal Borgotto a corso Garibaldi, da Reda a Prada. Molti sono andati da parenti o amici, altri si sono rifugiati al PalaBubani, le cui 90 brandine sono risultate presto insufficienti a contenere tutti. Nella tarda serata si è quindi deciso di aprire anche il PalaCattani, allestito in fretta e furia. Intanto per le strade la polizia locale passa a dire a chi è rimasto di andare via. Sui cellulari si inseguono le notizie, i video terribili dell’alluvione a Modigliana, le prime informazioni che filtrano sulle esondazioni: Marzeno, Santa Lucia, via Cimatti, Fossolo. La piena arriva tra mezzanotte e le 3, a scaglioni, e attraversa la città mentre tutto attorno le strade sono bloccate e gli abitanti tengono il fiato sospeso.
"Hanno detto che sarei potuta rimanere al primo piano, ma dopo quello che è successo l’altra volta non ci casco più – dice Silvia Dal Santerno, che vive in via Cimatti e ha passato la notte al PalaBubani –. Chissà com’è la situazione a casa mia. Di certo l’acqua non rovinerà le porte, visto che ancora non ci sono".
In via Ponte Romano Maurizio Minardi è arrabbiato. È quasi mezzanotte, gli hanno appena chiesto di evacuare e lui non ne ha intenzione: "Dovevano dirmelo prima, non adesso: spero che basti andare al primo piano. Siamo in quattro: io, mia madre di 94 anni, mia zia di 87 e la badante". La notte, poi, non porterà brutte sorprese in via Ponte Romano. A metà maggio del 2023 però qui erano arrivati oltre 3 metri d’acqua. "La casa l’ho rifatta tutta una volta, ho speso 80mila euro – prosegue Minardi – e ora i soldi per rifarla un’altra volta non li ho più".
Sara Servadei