"La passione: cartoline di ciclisti e cimeli"

Massimo Carli apre le porte della sua abitazione cervese dove custodisce tanti tesori del passato

"La passione: cartoline di ciclisti e cimeli"

"La passione: cartoline di ciclisti e cimeli"

Giardino curatissimo, con le rose in fiore alle quali il proprietario tiene molto, poi la porta si apre e ad accoglierci c’è Massimo Carli, figlio della conosciuta maestra Carli, nonché fine collezionista di oggetti del passato che custodisce con cura nella sua ‘casa museo’. Alle pareti ci sono lampade ad olio e in cucina una mensola piena di brocche di ogni età, faentine. E poi un catino, dei primi anni del secolo scorso. In alto, zuppiere e fiasche finissime. Carli sta guardando il Giro d’Italia perché la bicicletta è stata la sua grande passione e Cervia lo conosce proprio per questo. Classe 1937, Massimo Carli ha il diploma agrario. Per 40 anni ha lavorato in Comune come capo servizio Viali, Parchi, Giardini e Pinete. Oggi si gode le sue passioni, aiuta la moglie e si diverte con i suoi cinque nipoti.

Carli, quando si è appassionato al ciclismo?

"Ero un bambinetto. Nel 1948 ci fu l’attentato a Togliatti. I miei genitori socialisti facevano politica e in quel periodo, a luglio, c’era il Tour de France. In quel momento il ciclismo era lo sport più seguito perché, oltre al Giro d’Italia, c’erano tante corse anche in Romagna. Quell’anno Bartali non era messo bene in classifica e quando ci fu l’attentato De Gasperi lo chiamò per chiedergli di impegnarsi per sollevare l’animo agli italiani. Il giorno dopo la chiamata, Bartali iniziò a vincere fino a conquistare il Tour de France. Da lì mi appassionai e la prima bicicletta la chiesi alla fine della terza media nel 1950. Una bici molto artigianale".

Questa parte della sua vita è nota. Ma in pochi sanno che lei è un fine conservatore di pezzi di storia....

"Ho sempre tenuto le cose. Ho collezionato dal 1950 le cartoline dei ciclisti. Io scrivevo ai corridori e mi mandavano le cartoline con la dedica. Ad oggi ne ho più di 1.000 di uomini e 200 di donne. Però poi ho raccolto un po’ di tutto".

Oggetti dimenticati...

"Ho conservato gli oggetti di mio papà che faceva l’ebanista. Ho tenuto le camere da letto degli anni’30, tavoli con le sedie e comodini tutti perfettamente conservati. Conservo le cose per i miei nipoti. Poi ho la camera da letto dei miei genitori, di fine anni ’40. Ho conservato i tegami che si usavano negli anni ‘40 di alluminio con il manico di ottone. E poi la credenza di una cucina degli anni ’40. E ancora le posate di ottone e i coltelli di acciaio solingen".

Tanti oggetti anche di sua mamma, che raccontano un mondo che non c’è più.

"Mia mamma era Gertrude Mazzotti Carli, maestra elementare storica di Cervia. Di lei conservo tantissime cose. Il ricordino della cresima, una pagella della scuola dei primi del ‘900 e poi gli oggetti di lei da maestra: penne, pennini. Poi mia mamma era appassionata di musica lirica e aveva tanti dischi. Lei mi ha trasmesso l’amore per la musica".

Tanta musica in casa sua...

"Un grammofono a manovella di mia mamma, ancora perfettamente funzionante, dei primi del ‘900. Tanti dischi oggi introvabili. Musica di ogni tipo: dalla pasquella all’opera, passando per il jazz. Louis Armstrong è il mio preferito".

Sono perfettamente conservate anche le lettere...

"Aperte da sempre rigorosamente con il tagliacarte. Sono scambi epistolari di quando avevo 18, 20 anni. Si andava a ballare ai Giardino d’Estate e con le ragazze conoscevo in estate, quando tornavano a casa in Svizzera, ci scrivevamo per un pò".

In casa sua si passa da centinaia di pezzi di ceramiche faentine, a oggetti della Romagna di una volta, passando per dischi, libri e lampade a olio.

"Sono ricordi della mia vita e mi piace a tenerli. Io mi ricordo bene di quello che ho. Quando viene qualcuno a casa mia guardiamo le cose e intrattengo i miei amici così. Il pezzo più speciale che ho è una pietra della Parigi-Roubaix, dove si corre la gara. Quando l’ho corsa nel 1970 alcune erano pietre scosse e una l’ho portata a casa. Sto cercando di far capire l’importanza di queste cose ai miei cinque nipoti. E gli racconto le storie, senza annoiarli. Il piccolino, di 15 anni, si è già prenotato una stanza per conservarla".

Quale oggetto le manca nella sua collezione?

"La maglia di Bartali".

Ilaria Bedeschi