La preghiera più forte della guerra

di mons. Lorenzo Ghizzoni *

Pasqua in tempo di guerra. Non è la prima volta che succede: una serie di guerre si ripetono continuamente alle varie latitudini, ogni anno. Questa della Russia contro l’Ucraina però la vediamo e non riusciamo a spostare la nostra attenzione su altri argomenti o sulle fatiche quotidiane che stanno crescendo per le famiglie fragili, poco protette e per tanti poveri veri. Le distruzioni, i cadaveri, i profughi, i racconti strazianti di violenze e torture, lasciano nelle nostre memorie e nei nostri pensieri tracce di angosce e di paure che condividiamo anche se a distanza. Le immagini e i volti, le parole e le lacrime, le espressioni dei bambini a volte “distratti” a volte coinvolti, non si possono dimenticare. Sono troppo vicini a noi, quasi famigliari e non riusciamo a mantenere quel giusto distacco che ci permette di reagire con il cuore ma anche con ragionevolezza per fare tutto il bene possibile per i profughi e per quelli che sono restati laggiù.

* arcivescovo di Ravenna-Cervia