REDAZIONE RAVENNA

La seconda vita degli scarti. Carboni per decontaminare e Co2 per creare materiali. Le ricerche a Marina

Il centro ’Ambiente energia e mare’ nasce dalle ceneri del polo voluto da Raul Gardini nel 1992. Due anni fa UniBo e centro tedesco Fraunhofer lo hanno scelto come ’sede italiana’.

La seconda vita degli scarti. Carboni per decontaminare e Co2 per creare materiali. Le ricerche a Marina

Dai carboni di seconda generazione che permettono di decontaminare il terreno alle batterie del futuro per l’efficientamento energetico, fino alla possibilità che l’eccesso di anidride carbonica, da problema per il pianeta, diventi un ingrediente per materiali di seconda generazione. A tutto questo si lavora nel Centro di Ricerca ’Ambiente energia e mare’ a Marina di Ravenna, dove il green e la blue economy si sposano e nascono dalle ceneri del polo che Raul Gardini, numero uno della Montedison, volle in via Ciro Menotti a Marina di Ravenna e che aprì i battenti nel 1992. Ventinove anni più tardi sono Università di Bologna e istituto Fraunhofer, il Centro nazionale delle ricerche tedesco, a scegliere Marina come propria "sede italiana" con il supporto della Fondazione Flaminia, la cui presidente Mirella Falconi mira "allo sviluppo e alla sinergia della nuova struttura con le imprese". In totale 1.200 metri quadrati costati 2,5 milioni, di cui circa 1,5 li ha portati la Regione a fronte della vittoria del progetto di due bandi, mentre il restante milione lo ha messo il Comune. A questi si aggiunge mezzo milione di euro messo dalla Flaminia per l’avvio della funzionalità dei laboratori. L’Università di Bologna invece ha già garantito le attrezzature e messo nero su bianco un piano triennale da due milioni di euro che copre, oltre all’allestimento dei laboratori, anche docenti, ricercatori e dottorandi.

Il Ciri-Frame, sotto la direzione di Francesco Melino, ha la missione di sviluppare un sistema eco-industriale territoriale, avviando progettiazioni pilota di simbiosi industriale co-progettate tra imprese e partner del progetto nell’ambito dell’economia circolare su tematiche trasversali (energie rinnovabili, blue economy, gestione e trasformazione dei rifiuti), partendo dalle reti locali e regionali, come i Cluster dell’Emilia Romagna, che rappresentano un’eccellente piattaforma che può poi rappresentare un’ulteriore occasione per accedere a network anche a livello nazionale e internazionale. I laboratori attivi sono tre. Partendo dal Fraunhofer innovation platform for waste valorisation and future energy supply, coordinato da Andrea Contin, professore ordinario di Fisica all’università di Bologna e suo direttore, esso si occupa di economia circolare e ha riscontrato l’interesse di Eni-Rewind sulla produzione di carbone attraverso la pirolisi di biomasse vegetali. Il carbone vegetale (biochar) che ne deriva avrà poi anche applicazioni nella decontaminazione di suoli e liquidi.

"A Marina di Ravenna – spiega Contin – sono al lavoro da 2 anni una ventina di persone di cui 12 fisse che lavorano da un lato alla pirolisi, cioè al trattamento termico di biomasse vegetali a 500 gradi, e dall’altro alla funzionalizzazione del biochar ottenuto. E il biochar può servire alla decontaminazione dei metalli pesanti dal terreno così come all’estrazione di nutrienti dalle acque di scarico che poi diventano fertilizzanti. Senza dimenticare che il biochar trattiene molto l’acqua ed è adatto a integrare suoli desertici o aridi se ben miscelato al terreno". Che le operazioni siano promettenti lo dimostra il fatto che il Fraunhofer tedesco si è interessato alla ricerca e collabora attivamente con il centro di Marina. "A noi vengono utili le competenze ingegneristiche dei tedeschi e loro possono avere una via privilegiata di accesso al mercato italiano", spiega Contin.

Giorgio Costa